A/B side VIBES. Greatest Hits from ‘80s & ‘90s
2/Duo
2/デュオ (2/Dyuo)
Japan, 1997, 89’, Japanese
Directed by: Suwa Nobuhiro
Screenplay: Suwa Nobuhiro, Nakamura Kumi
Photography (color): Tamura Masaki
Editing: Oshige Yuji
Art Direction: Isomi Toshihiro
Music: Nick Wood
Producers: Kobayashi Koji, Sento Takanori
Cast: Yu Eri, Nishijima Hidetoshi, Watanabe Makiko, Nakamura Kumi
Date of First Release in Territory: August 2nd, 1997
Distribuito nel 1997,
2/Duo di Suwa Nobuhiro descrive in stile semi-documentaristico la relazione tempestosa di una giovane coppia, con il regista fuori campo che li intervista due volte ciascuno nel corso del film. Suwa, che aveva girato documentari per la televisione prima del suo primo lungometraggio 2/Duo, decise di buttare via l’intera sceneggiatura ormai completa e, in seguito a un intenso dibattito con i suoi attori, di consentire loro di improvvisare davanti alla macchina da presa.
Il dramma che ne esce, con i due protagonisti – un attore in difficoltà (Nishijima Hidetoshi) e una commessa di una boutique modaiola (Yu Eri) – che mettono a nudo i loro forti sentimenti in scene di litigi e riconciliazioni, ha ricordato a qualche spettatore contemporaneo John Cassavetes (il quale sceneggiava con molta cura i propri dialoghi apparentemente spontanei). A ispirare veramente il francofilo Suwa, però, è stato il regista della Nouvelle Vague Jacques Rivette, e in particolare il suo
L’amour fou (1968), che segue da vicino la disgregazione del rapporto tra un regista teatrale e sua moglie durante le prove di una rappresentazione che vengono riprese da una troupe di documentaristi.
Ma
2/Duo, diretto da uno sconosciuto regista giapponese e interpretato da due attori mai visti (sebbene Nishijima sia poi diventato un grande divo e abbia interpretato
Drive My Car, vincitore dell’Oscar) sembrò del tutto nuovo, oltre che sconvolgente, a chi scrive, quando uscì in sala per la prima volta, con le sue turbolente emozioni che sembrava dovessero schizzar fuori dallo schermo. Visto adesso il film sembra quasi un caso di studio sugli abusi domestici, visto il comportamento violento del protagonista maschile, Kei, che urla e scaglia a terra degli oggetti per poi, subito dopo, chiedere miseramente scusa alla sua donna, Yu.
Sebbene anche Yu lanci qualche oggetto, la bilancia dell’intimidazione fisica è chiaramente a favore di Kei, anche se questi non arriva mai a colpirla. E la donna è logorata dalla sua manipolazione emotiva. Così, questa bravissima e vivace venditrice dal sorriso accattivante viene ridotta a lacrime, sussurri e, sul lavoro, a un tetro silenzio.
La causa immediata della crisi di coppia, che si sviluppa quasi interamente nel loro appartamentino, è il disappunto di Kei che, dopo aver finalmente ottenuto un ruolo importante ed essere pronto a recitare la sua parte, si sente dire che la scena è stata tagliata. Poco dopo Kei incontra Yu per pranzo e le chiede di sposarlo, ma la frase esce come un ordine imperioso. Presa alla sprovvista, lei cerca di prendere alla leggera la proposta, ma più tardi, a casa, la rabbia dell'uomo trabocca – e da questo momento in poi non si placa mai del tutto.
Il vero problema della coppia, come rivelano le loro interviste, è l’incapacità di comunicare. All’intervistatore invisibile, Kei confessa di “non aver fatto granché” come attore e di voler abbandonare la professione. Il matrimonio potrebbe rappresentare un nuovo inizio, lui pensa. Ma qualcosa (indubbiamente l’orgoglio maschile) gli impedisce di essere altrettanto diretto con Yu.
Yu cerca di far finta che tutto vada bene davanti alle sue amiche, ma si sente intrappolata tra l’amore che prova per Kei e il suo desiderio di fuggire. Alla fine è il secondo ad avere la meglio (forse).
Il direttore della fotografia Tamura Masaki, che condivide con il regista un passato da documentarista, è più orientato all’immediatezza che alla composizione formalmente corretta, ma non per questo corre dietro all’azione con una camera a mano; fa invece scelte non convenzionali, come quella di riprendere solo la testa di Kei da dietro nella scena della proposta di matrimonio, che sono impressionanti e suggestive, e lasciano allo spettatore la possibilità di dare un’interpretazione personale.
Lo stesso accade nel finale, adatto a un film che rifiuta di essere inquadrato nei soliti generi compreso quello della storia d’amore a lieto fine. Eppure, quasi 30 anni dopo la sua uscita,
2/Duo ha acquistato la levatura di un capolavoro della New Wave giapponese degli anni Novanta.
Suwa Nobuhiro
Suwa Nobuhiro (n. 1960 a Hiroshima) ha iniziato a girare film indipendenti mentre era studente della Tokyo Zokei University. Dopo la laurea, ha lavorato con registi indipendenti famosi come Ishii Sogo e Yamamoto Masashi. Nel 1997 ha debuttato alla regia con il dramma sentimentale
2/Duo. Il suo
M/Other del 1999 si è aggiudicato il premio FIPRESCI a Cannes.
H Story del 2001 era un dramma bilingue in francese e giapponese ambientato a Hiroshima. I film successivi,
Un couple parfait (2005),
Paris, je t’aime (2006) e
Yuki & Nina (2009), sono stati girati interamente o parzialmente in Francia. Per il suo ultimo film, il road movie
Voices in the Wind (2020), è tornato in Giappone.
FILMOGRAFIA SELEZIONATA
1997 – 2/Duo
1999 – M/Other
2001 – H Story
2005 – Un couple parfait
2006 – Paris je t’aime
2009 – Yuki & Nina
2017 – The Lion Sleeps Tonight
2020 – Voices in the Wind