INTERNATIONAL FESTIVAL PREMIERE
Home Coming
t.l. Ritorno a casa
万里归途 (Wan Li Gui Tu)
China, 2022, 137’, Mandarin
Directed by: Rao Xiaozhi
Screenplay: Rao Xiaozhi, Qin Haiyan, Lei Zhilong, Shi Ce, Bu Jingwei
Photography (color): Liao Ni
Editing: Ye Xiang
Art Direction: Li Miao
Styling: Li Zhou
Music: Li Heng
Sound: Jiang Jianqiang
Action: Fu Xiaojie
Visual Effects: Liu Ying, Chen Jianwei
Executive Direction: Ma Ming
Production Companies: Shanghai Huace Pictures (CN), Shenzhen Yiyiyiyi Culture Communication (CN), Zhejiang HG Entertainment (CN), G! Film (Beijing) (CN), Beijing Free Whale Pictures (CN)
Cast: Zhang Yi (Zong Dawei, first secretary at Consular Protection Centre), Wang Junkai (Cheng Lang, Consular Protection Centre staffer), Yin Tao (Bai Hua, wife of Zhang Ning), Cheng Taishen (Yan Xingzhou, political attache), Zhang Zixian (Zhang Ning, first secretary at embassy in Numia), Chen Haoyu (Zhong Ranran), Wang Xun (Liu Minghui)
Date of First Release in Territory: September 30th, 2022
Il racconto dell’evacuazione di un gruppo di cittadini cinesi da un Paese arabo, con un ovvio sottotesto patriottico, sembra una scelta inusuale per un regista come Rao Xiaozhi (A Cool Fish, FEFF 2019, ed Endgame, FEFF 2021), la cui opera si ispira al teatro dell’assurdo. Ma forse è proprio l’assurdità della guerra e le conseguenze che i conflitti hanno sulla vita degli individui il tema nascosto del film. La storia si svolge nel 2015 in Numia, paese fittizio di aspetto vagamente mediorentale o nord-africano (ambientazioni ricreate in modo molto credibile in Cina, dove tutto il film è stato girato durante il lockdown da Covid), dove una guerra civile sta mettendo a repentaglio la vita di un gruppo di operai cinesi impegnati in un progetto di ingegneria civile. I loro passaporti sono stati confiscati, impedendogli di lasciare il paese. L’ambasciata cinese, che sta provvedendo all’evacuazione di tutti i cittadini cinesi presenti in Numia, deve risolvere l’impasse inviando dei rappresentanti a negoziare una soluzione. La coppia che finisce per prendersi la responsabilità di salvare la vita dei connazionali è composta da Zong Dawei, funzionario del Ministero degli Esteri che parla perfettamente l’arabo ed ha una lunga esperienza di lavoro e profonda familiarità con la Numia, ed il giovane Cheng Lang, intelligente e preparato ma ancora idealista, ingenuo ed anche un po’ arrogante. Il conflitto di personalità e di approccio strategico alla soluzione dei problemi tra i due è uno dei fili narrativi del film, e ricorda un po’ la serie di film Detective Chinatown anche se la morale è molto diversa da quei film: non sono i giovani ad avere la soluzione dei problemi, ma è il governo rappresentato dalle persone più anziane e con più esperienza, a cui tutti – giovani ed anziani compresi – devono obbedire. Per il loro bene, s’intende…!
Un altro aspetto significativo del film è la relativa complessità psicologica dei personaggi, soprattutto quello del protagonista Zong Dawei, interpretato con la solita nonchalance da Zhang Yi, l’attore che con il suo atteggiamento flemmatico sembra particolarmente adatto ad esprimere l’ambiguità caratteriale di personaggi che passano facilmente dal riso al pianto. Ci sono infatti alcuni momenti comici nel film – anche se a mio avviso non particolarmente riusciti – che giocano con le differenze culturali tra la mentalità cinese e quella “straniera”, ma anche con il disagio psicologico del personaggio di Zong Dawei, combattuto tra il desiderio di tornare a casa dove una moglie in procinto di partorire l’aspetta con ansia ed il senso di dovere patriottico che gli impone di finire prima la missione che gli è stata assegnata, anche a rischio della propria vita. Un ulteriore motivo di conflitto interno è il senso di responsabilità che Zong Dawei sente nei confronti di un collega ed amico ucciso in un attentato e la cui moglie è nel gruppo di connazionali in pericolo. Qual è la missione più importante, quella di dare un padre al figlio in procinto di nascere oppure quella di essere di servizio al suo Paese?
Il film, che con 1,5 miliardi di yuan di incassi ha dominato il box office in Cina durante la Golden Week della festa nazionale a ottobre, inevitabilmente ricorda Wolf Warrior II (FEFF 2018) sia nella narrazione incentrata su cittadini cinesi bloccati in un paese straniero ed ostile che nella morale della storia – la Cina non abbandona i suoi cittadini, ovunque essi siano. Entrambi i film sono stati degli enormi successi commerciali, con la differenza che Home Coming non è un film d’azione, la dinamica della storia è affidata ad una guerra psicologica più che alla forza e abilità fisica dei personaggi. Questo è il marchio distintivo dello stile di Rao Xiaozhi, regista interessato alla dinamica interna dei personaggi più che alle vicende in cui si trovano coinvolti.
Rao Xiaozhi
Rao Xiaozhi (Guizhou, 1980) si è diplomato in regia alla Central Academy of Drama nel 2003. Ha debuttato come attore in un dramma teatrale diretto dal famoso regista Meng Jinhui di cui è successivamente diventato assistente. Nel 2008 ha debuttato come sceneggiatore e regista teatrale. Ha diretto la serie comica televisiva The Best and Biggest Battles nel 2013. Il suo primo lungometraggio, The Insanity, è l’adattamento cinematografico di un suo lavoro teatrale. Creatore di un genere denominato “la commedia dei gentiluomini” ispirato al teatro dell’assurdo, continua a lavorare sia in cinema che in teatro, ispirato da autori quali Samuel Beckett e Johnnie To.
FILMOGRAFIA SELEZIONATA
2016 – The Insanity
2018 – A Cool Fish
2020 – Endgame
2022 – Home Coming