Dal look diverso rispetto al tenebroso The Longest Nite, ma di chiara provenienza dallo stesso team creativo, il terzo film di Patrick Yau è un poliziesco stilizzato e coinvolgente perfettamente in sintonia con il titolo.
Se qualcuno avesse ancora dei dubbi, il film colloca Yau tra i nuovi talenti più interessanti che operano nel cinema commerciale di qualità a Hong Kong. Mentre Nite era ambientato nell'umida e notturna Macao, Unexpected si svolge nell'arsa e diurna Hong Kong. La suspense che cresce lentamente - basti vedere la bobina iniziale in cui ben poco viene spiegato immediatamente - è caratteristica del regista, ed è anzi ancora più controllata rispetto al suo film precedente.
Tre gangster entrano in un bar alla moda e aspettano evidentemente che succeda qualcosa. La cameriera, Mandy (Yo Yo Mung) guarda in tv le notizie su un mafioso in fuga, ma rimane più colpita dalle immagini di Ken Wong (Simon Yam), l'aitante poliziotto che guida la caccia al malvivente. Dall'altro lato della strada alcuni cinesi del continente svaligiano una gioielleria, e scoppia il finimondo quando intervengono gli sbirri e anche i gangster vengono coinvolti.
Le star locali Lau Ching-wan, irriconoscibile rispetto al personaggio rasato di Nite, e Simon Yam, in uno dei suoi ruoli più controllati, si fondono perfettamente, più con gli sguardi che con i dialoghi, e sono sostenuti da un ottimo cast di comprimari. La foto in cinemascope di Ko Chiu- lam, che scivola perpetuamente - una specie di noir in sottotono, in pieno sole - e le musiche impressionistiche di Cacine Wong contribuiscono al risultato complessivo, una vicenda degna del miglior cinema di genere.
Derek Elley