L'attesissimo nuovo film di Fruit Chan, dopo Made in Hong Kong, è il ritratto epico della città prima e dopo la restituzione alla Cina dell'1 luglio 1997. Beninteso, come ci si poteva attendere da Chan, non si tratta d'una "epopea" convenzionale, bensì dell'evocazione di un periodo chiave nella psiche di Hong Kong attraverso le storie d'un gruppo di personaggi che si volgono al crimine organizzato nel momento in cui hanno bisogno di qualcosa in cui credere.
La prima ora del film è un sovrapporsi di immagini e avvenimenti che forse confonderà le idee al pubblico occidentale. Ma nella seconda parte il film sviluppa una forte corrente emotiva, quando i personaggi si avvicinano via via alla lunga notte della restituzione e al futuro che li attende nei mesi successivi. Il conflitto principale si basa su Ga-yin (l'e-sordiente Tony Ho), congedato dall'esercito di Hong Kong e privo di doti per sopravvivere in un ambiente tutto basato sul danaro, e sul suo fratello minore, Ga-suen (il Sam Lee di Made in Hong Kong), un punk da strada che è già membro d'una gang delle triadi. Ga-yin, disperato, tenta di mettere assieme un team di ex colleghi per rapinare una banca assieme a suo fratello, ma li attende una grossa sorpresa.
Dalla rapina centrale in poi, parecchi elementi preesistenti trovano la loro giustificazione e rivelano che la regia di Chan non è affatto casuale come poteva sembrare. Sotto la scorza dura, il film contiene anche un sacco di humor (tra cui una scena divertentissima nel finale). Ho e Lee sono eccellenti nella parte dei due fratelli, e ottima è pure l'esordiente Jo Kuk nel ruolo della figlia d'un boss delle triadi che svolge un ruolo cruciale nel film. Andy Lau, la megastar hongkonghese che aveva aiutato Chan
finanziando il suo film precedente, ha sponsorizzato anche The Longest
Summer. Chan sta lavorando attualmente alla terza parte della sua trilogia.
Derek Elley