Una delle migliori sorprese per la critica straniera al Festival di Pusan. Una commedia maliziosa, genuinamente anarchica, sulle assurdità crescenti di una famiglia coreana "tipo". Si tratta d'una specie di grand guignol attualizzato che ha rilanciato il genere horror nel cinema coreano.
La vicenda, vista dagli occhi della figlia diciassettenne Mi-na (Go Ho-kyung), riguarda la famiglia Kang che ha impiegato tutti i propri risparmi in un cottage isolato in collina, battezzato Casetta Nebbiosa. Vi attendono con ansia il loro primo ospite; questi risulta essere un bizzarro barbone, e viene trovato morto, apparentemente suicida, il mattino dopo. Allora il padre (Park In-hwan) decide che devono seppellirlo per poter continuare la loro impresa. Purtroppo, anche la successiva coppia di giovani ospiti decide di commettere un doppio suicidio dopo una notte di sesso appassionato, così ben presto finiscono anch'essi sotto terra. Di lì in poi le cose vanno di male in peggio.
L'ex regista e scrittore teatrale Kim Jee-woon ottiene una splendida recitazione collettiva dal suo cast, con alcuni attori in ruoli inusuali, e con un tono di perfetta normalità come se si trattasse d'un episodio qualunque nella vita di una famiglia economicamente disagiata (anche se la sceneggiatura era stata scritta prima della crisi asiatica).
Il film non va a fondo a tutti i suoi subtesti - la santità della solidarietà famigliare, gli scoppi di violenza improvvisa nella repressa società coreana -, anche se con l'ultima raccapricciante inquadratura il pubblico non potrà certo pensare di aver assistito a una commedia pura e semplice.
Derek Elley