Carrie alla coreana, un horror intelligente, più riuscito come riflessione sulla vita irregimentata che come stilizzata pioggia di sangue. Questa storia di fantasmi coreani si svolge in una scuola travagliata i cui docenti maltrattano le allieve percuotendole e schiaffeggiandole. Ma gli adulti somministrano castighi a proprio rischio e pericolo, poichè una ragazza morta in un terribile incidente una decina d'anni prima torna in vita ogni tre anni sotto le sembianze d'un'altra ragazza, per vendicarsi dei suoi tormentatori e proteggere le sue amiche. Sotto l'apparenza gotica orripilante - le pareti alla fine sudano sangue - si cela una critica feroce del militaresco sistema educativo coreano, un tema che giustifica la popolarità del film in patria.
Tra le qualità del film vanno annoverate le interpretazioni solide anche se un po' monotone di Lee Mi-yeon nel ruolo della studentessa diventata insegnante che viene perseguitata dalla sua migliore amica, e di Kim Kyu-ri in quello della figlia dello sciamano che minaccia un po' l'equilibrio del fantasma. Uno strano rapporto a tre che impiega dipinti, disegni e sculture realizzati dai partecipanti, quando questi non sono troppo occupati a impiccarsi o a farsi sbudellare nella sala studi.
Ken Eisner