Shiri, il maggiore successo commerciale di tutti i tempi in Corea, è un thriller divertentissimo, mozzafiato come un treno espresso. In pratica un Black Sunday [di John Frankenheimer] trasferito a Seul, costato 5 milioni di dollari, su un gruppo di terroristi scatenati. Il film, uscito a metà febbraio, ha finora attirato in patria circa 6 milioni di spettatori (la metà dei quali a Seul) ed è divenuto un fenomeno nazionale oltre che una bandiera per il riscatto dell'industria locale. Il titolo deriva dal nome d'un pesce d'acqua dolce che vive soltanto nella Corea centrale; ciò ha spinto la stampa locale a titoli tipo "Un piccolo pesce affonda il Titanic" quando Shiri ha battuto il record d'incassi del film di James Cameron. Il prologo, ambientato "da qualche parte nella Corea del Nord" nel 1992, mostra un gruppo d'élite di terroristi denominato T19 in esercitazioni tra la vita e la morte. Lee Bang-hee, una tiratrice scelta, è fra i membri più duri e spietati del gruppo. Quattro anni più tardi la vediamo nel Sud che prende di mira una coppia in tutta calma in pieno giorno. Nell'autunno 1998 si trova a Seul, sempre inafferrabile da parte degli agenti del Sud. Ryu (Han Seok-kyu, in un raro ruolo d'azione) è uno degli agenti che le danno la caccia, e intuisce che ella cercherà d'impadronirsi di un carico di CTX, un nuovo tipo di liquido esplosivo che viene trasferito a un'esposizione a Seul. Ma il carico viene invece sottratto da un team nordcoreano capeggiato da Park (Choe Min-sik) che piazza subito bombe in giro per la città. Park chiede 10 milioni di dollari e un Jumbo 747 pronto per il giorno in cui una partita di calcio "di riconciliazione" tra Nord e Sud dev'essere giocata in uno stadio di Seul. Le scene d'azione sfruttano inseguimenti a base di adrenalina anziché effetti speciali, anche se questi risultano efficaci quando compaiono.
Derek Elley