Ventun anni dopo essersi cimentata per la prima volta nel genere con The Spooky Bunch la regista hongkonghese Ann Hui ritorna alle macchinazioni degli spiriti in Visible Secret con risultati nel complesso soddisfacenti. Nella sequenza d’apertura, ambientata 15 anni prima dei fatti principali, una ragazzina vede un uomo decapitato da un tram. Dopo i titoli di testa, June, una giovane discotecara capricciosa, rimorchia Peter in una discoteca e, a casa di lui, si scambiano liquidi fisiologici.
La mattina successiva, la donna è scomparsa e Peter, con l’amico Simon, trova suo padre disteso nella doccia ricoperto di vernice rossa che farfuglia di essere posseduto da un fantasma. Mentre June e Peter continuano la loro relazione, lui è sempre più confuso, non riuscendo a separare il mondo reale da quello degli spiriti, soprattutto dopo che suo padre si è impiccato in ospedale, eppure continua a comparirgli sotto gli occhi.
Chan, che ha ottenuto buoni risultati con la recente interpretazione nel film d’amore Twelve Nights, qui recita in modo più marcato nei panni del personaggio sempre più allucinato di Peter, ma il suo ruolo si abbina perfettamente alla solita caratterizzazione bizzarra del suo migliore amico, Lee. Tuttavia, la grande sorpresa è Shu Qi, la ragazza al centro del mistero. Pesantemente truccata con ombretto scuro e labbra viola, l’attrice taiwanese è quasi irriconoscibile rispetto al solito personaggio spensierato e sciocco che interpreta sullo schermo e viene utilizzata da Hui quasi come un contrassegno stilistico per tutto il film.
È uno stile molto diverso da quello degli eventi comici e sportivi di The Spooky Bunch, che esibiva il talento verbale e fisico della protagonista Josephine Siao. Visible Secret è più un film d’atmosfera, con una qualità evanescente e diafana nelle sue scene di possessione spiritica, esaltate dalla fotografia suggestiva di Arthur Wong, dal suo uso di colori saturi e in generale dallo sguardo ambiguo che oscura la linea che separa immaginazione e realtà.
Derek Elley