Prosti

Erik Matti ha dato il via alla propria carriera nel cinema filippino alla fine degli anni Novanta con un pacchetto di drammi coraggiosi e stilisticamente curati, ambientati di solito nell’ambiente del proletariato urbano. La sua carriera di regista è iniziata con un sequel di Scorpio Nights di Peque Gallaga (1984), un classico del voyeurismo, del sesso e dello humour (oltre che una risposta ironica all’Impero dei sensi di Oshima). I temi della malizia della studentessa e della lussuria nell’uomo di mezza età del sequel di Matti sono riproposti con maggiore rigore in Prosti, uno dei suoi film migliori fino ad oggi. La giovane e inesperta Dita va a lavorare come prostituta nel bordello discreto ma attivissimo di Madam Xedes. Questa istruisce in fretta Dita sulle regole del gioco, che consistono nel servire il cliente e, soprattutto, nel non fare sesso con il suo agente e protettore, il rude Nonoy che la porta in giro in triciclo. Mentre Dita familiarizza con il nuovo lavoro, si colgono di sfuggita le immagini della vita del bordello insieme ai sogni e alle aspirazioni delle donne che vi lavorano. Dita però conduce una vita parallela: studentessa durante il giorno, è perseguitata da un compagno di classe, il vergine Alex. Dita, pur sviluppando una certa durezza emotiva sul lavoro, risveglia paradossalmente i desideri personali di Nonoy, a lungo repressi. La loro passione trasgredisce la regola ferrea di Madam Xedes e conduce a un epilogo drammatico. Sviluppando la storia a partire da un lavoro di sperimentazione interpretativa e costruendola come un film corale, Matti voleva allontanarsi dal cliché dei film filippini sulla prostituzione. L’ambientazione del bordello in una vetusta dimora in un angolo della vecchia Manila e la calda luce soffusa che permea il film permettono a Matti di suggerire indirettamente un luogo e un tempo diversi, di creare un mondo separato e quasi autosufficiente, una famiglia con le proprie regole, i propri problemi, i propri drammi. I clienti, compresa la “rispettabile” élite formata da politici, poliziotti e accademici, portano la corruzione del mondo esterno in questa società “altra” che, in confronto, sembra quasi pura. Forte di questi abbellimenti formalistici e dell’interpretazione particolarmente convincente di Jay Manalo, Matti dà vita al dramma di due amanti condannati che fuggono da un sistema solo per finire intrappolati nella più vasta prigione costituita dalla vita stessa, nella quale, secondo Matti, “siamo tutti delle prostitute, in un modo o nell’altro”.
Roger Garcia
FEFF: 2003
Regia: Erik MATTI
Anno: 2002
Durata: 100

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