La giovane Ainu (Lily Ho) viene rapita e venduta ad un postribolo gestito dalla spietata tenutaria lesbica Lady Chun (Betty Pei Ti). Le proteste iniziali di Ainu servono solo a farla rinchiudere; ma quando un servo benintenzionato cerca di aiutarla a fuggire e viene ucciso, Ainu decide di lavorare fino a raggiungere il vertice del sistema per poi compiere la sua vendetta. Lady Chun si è innamorata di Ainu fin dall’inizio, e presto la nuova arrivata diventa la favorita, una prostituta di alto bordo con una stanza privata, che prende lezioni di scherma e all’occorrenza condivide il letto di Lady Chun. Quando arriva il momento propizio, Ainu si prepara a uccidere i suoi quattro migliori clienti e la sua padrona, tutti accecati dal desiderio per la raffinata cortigiana.
Intimate Confessions of a Chinese Courtesan causò subbuglio quando uscì nelle sale, e non è difficile vederne il motivo. Il film di Chor Yuen rimescola il genere cappa e spada e il dramma storico creando uno stravagante film di exploitation più arti marziali, condito di erotismo e violenza. In tutto il film, girato interamente in studio, le scenografie sono sontuose, con strati di paraventi e tendaggi semitrasparenti che all’occasione sfumano le immagini che arrivano alla macchina da presa. L’uso del ralenti e una colonna sonora ben utilizzata accrescono la sensualità nei momenti giusti, con un drastico contrasto rappresentato dalle scene di arti marziali, brutali e sanguinose. Lily Ho è impetuosa nel ruolo della protagonista Ainu, e mostra un radicale cambiamento nell’aspetto quando arriva il momento della vendetta. Betty Pei Ti, alla sua prima apparizione al pubblico, è magnifica come tenutaria del bordello, elegante nel portamento ma capace di uccidere a mani nude. Yueh Hua offre una bella interpretazione nel ruolo di Chief Ji, un poliziotto arrivato da poco in città che viene incaricato di investigare sulla scia di delitti che Ainu si lascia alle spalle.
Tim Youngs