Nella sua esperienza ventennale nell’industria cinematografica thailandese e con quindici film commerciali alle spalle, il regista Thanit Jitnukul aveva realizzato solamente due film (Sayuemkui 1 e 2 ) per rispondere alla popolarità del genere horror in Thailandia. Così, quando ha deciso, in accordo con la tendenza del momento, di dirigere un horror - soprattutto nell’anno in cui aveva in mano più di tre progetti per la realizzazione di film - si è trovato etichettato solo come cineasta alla ricerca del guadagno facile; e purtroppo Art of the Devil è stato ignorato dal pubblico.
Le sequenze sbalorditive appaiono sin dalla prima scena, quando Nan scappa sconvolta dalla stanza del suo fratellino, vedendolo star male senza alcuna ragione. Nan si precipita immediatamente nella stanza di sua madre, ma trova che la madre, malata, non è più presente a se stessa e non riesce a riconoscere neanche sua figlia. In mezzo a questa confusione, Nan è improvvisamente aggredita da qualcuno, che si scopre più avanti essere sua cognata Bum. Nella lotta tra le due donne, Bum obbliga Nan a cederle tutti i diritti sul patrimonio familiare. E il mistero della morte del padre di Nan viene svelato. Tutto ha origine dalla pratica di riti occulti e magia nera, cui Bum è ricorsa per distruggere la famiglia di Nan, dopo che il padre di Nan l’ha lasciata incinta e l’ha ceduta alla violenza di gruppo dei suoi amici.
Il regista Thanit sa bene come proporre agli occhi del pubblico moderno la misteriosa e incredibile arte dell’occulto e della magia nera praticate nel Sud-est asiatico. La sua esperienza di cineasta gli insegna a usare la tecnica del montaggio incrociato per muoversi tra storie presenti e passate. Questo artificio suscita nel pubblico la curiosità di sapere cosa accadrà in seguito, anche se a volte rende poco chiaro lo sviluppo della storia, anche per via del montaggio molto veloce. Proprio per questo, non sappiamo immediatamente che la madre di Nan è solo la seconda moglie del padre di Nan e che quindi la cessione dell’eredità è complicata e inevitabile. Il pubblico occidentale potrebbe non capire che il fratello di Nan ha un improvviso colpo di fulmine per Bum solo perché lei si è servita della magia nera al loro primo incontro in una discoteca. C’è solo un veloce tocco delle dita: forse può passare inosservato, ma è ben noto ai thailandesi.
Art of the Devil è ricco di dettagli, ma potrebbe rischiare di essere ignorato o di passare inosservato a causa delle differenze tra cultura thai e quella occidentale.