Il più grande successo horror giapponese del 2004 è stato One Missed Call (The Call - Non rispondere) di Miike Takashi, con un incasso di circa 15 milioni di dollari nel solo Giappone. Invece di una videocassetta - la tecnologia che fa tanto anni Ottanta usata in The Ring - le minacce spettrali venivano trasmesse tramite un cellulare di ultima generazione.
One Missed Call 2 continua la saga del cellulare infestato, seppur con un nuovo regista, il veterano della televisione Tsukamoto Renpei, e un cast quasi completamente rinnovato, capeggiato dalla star televisiva Mimura. L’unico vero cambiamento sono le locations a Taiwan, dove si svolge molto dell’azione. Per il resto la sceneggiatura di Daira Minako, già cosceneggiatore di One Missed Call, segue le tracce narrative dei precedenti film di fantasmi-dentro-l’apparecchio, includendo una storia degli avvenimenti pregressi, ambientata in un passato indistinto, per spiegare cosa accade nel presente. Nell’organizzare questo materiale, Tsukamoto non mostra le pretese di originalità di Miike. Invece offre ciò che lui e i suoi produttori ritengono che il loro pubblico di teenager desideri di più: grandi shock, e in quantità.
Tsukamoto si esprime comunque con una forza che richiama l’attenzione e una perseveranza che colpisce profondamente. Inoltre evita cadute di stile e buffonate, creando invece quell’illusione della convinzione che conferisce tanta forza agli horror giapponesi. Ripetetevi quanto volete che è tutta un’assurdità -una volta usciti dal cinema non sarete proprio in vena di sgranocchiare palline dolci alla ciliegia.
Tsukamoto fa buon uso delle locations taiwanesi (molte in realtà sono la città di Yubari, nel nord del Giappone), tra cui una decadente miniera abbandonata e un impianto elettrico dall’aspetto rugginoso. Alcuni dei suoi effetti sfiorano l’assurdo, ma lui continua a usarli con implacabilità da incubo.
Riceve un valido sostegno dalla protagonista Mimura, il cui sorriso si trasforma in una smorfia inquietante quando urla - il che le accade spesso. Inoltre, i cellulari sono tutti di ultima generazione, con grandi display e la funzione di videotelefono, che rendono più terrorizzanti i fantasmi minacciosi e le vittime in preda al panico.
Perché - mi sono chiesto mentre guardavo il film con il cellulare in tasca - non sbarazzarsi di questi dannati apparecchi? Ma questo è impensabile per i protagonisti del film: meglio una morte orripilante che rimanere senza cellulare! Sotto questo ed altri aspetti, One Missed Call 2 è da considerarsi un film per il nostro tempo.