Una delle più sgradevoli mortificazioni inflitte dalla critica cinematografica coreana è la parola “shinpa”. In origine la parola si riferiva a un tipo di lavoro teatrale melodrammatico e influenzato dall’Occidente, introdotto in Corea attraverso il Giappone negli anni Dieci. Derisa dalla critica intellettuale, questa forma vive ancor oggi in drammi televisivi e film melodrammatici come The Letter (1997).
La maggior parte dei registi che aspirano a uno status autoriale preferirebbe lasciare l’attività piuttosto che realizzare un melodramma shinpa. Tuttavia Park Jin-pyo, che ha suscitato molte controversie per avere descritto la vita sessuale di una coppia di settuagenari in Too Young To Die, è passato senza alcun timore al genere più diffamato del cinema coreano.
You Are My Sunshine racconta la storia di un fattore di 36 anni, di nome Seok-joong che, a parte la sua mucca e sua madre, ha difficoltà a relazionarsi con il sesso femminile. Dopo aver fatto marcia indietro da un piano per accasarlo con una moglie filippina, decide di restare single, fino al giorno in cui Eun-ha lo sorpassa in motorino (ralenti significativo, musica... è innamorato). Eun-ha è impiegata come lavoratrice del sesso presso la caffetteria locale, e fornisce bibite e una varietà di altri servizi alla gente in città. Lei inizialmente reagisce con stupore quando Seok-joong si presenta balbettando, ma poi comincia a chiedersi se la vita insieme a lui non potrebbe essere un’opzione vantaggiosa.
Park presenta una serie di dettagli realistici per sostenere il senso del film, e riesce a infilarci alcune osservazioni pungenti sulla vita rurale e il pregiudizio sociale. Quando arrivano gli immancabili disastri, verso la fine, riescono a trasmettere forza emotiva.
In Corea questo film è apprezzato soprattutto per le interpretazioni dei protagonisti. Il ritratto di Seok-joong, fisicamente imponente ma un po’ infantile, delineato da Hwang Jeong-min, gli ha fatto vincere numerosi premi come miglior attore. Jeon Do-yeon dimostra perché viene considerata la migliore attrice della sua generazione, e la sua interpretazione viscerale è talmente naturale che è facile sottovalutarla.