Cosa fareste se vi offrissero inaspettatamente 100 milioni di Baht (2,8 milioni di dollari)? È il vostro giorno più sfortunato: la macchina vi è stata portata via dalla finanziaria; il vostro capo vi ha appena consegnato una busta bianca (che in Thailandia significa licenziamento); vostra madre vuole che voi spediate dei soldi per la retta di vostra sorella. Improvvisamente, ricevete una misteriosa chiamata che vi chiede di partecipare a un gioco a premi online che consiste in 13 prove, con un montepremi molto alto. Iniziate schiacciando una mosca noiosa che vi svolazza intorno al viso e poi dovete superare altre 12 prove. Facile come bere un bicchier d’acqua? Senza esitare, cogliete l’occasione. Però, man mano che il gico prosegue, finite per assomigliare più a un mostro che a un essere umano. Che dobbiate mangiare merda o ammazzare un cane, è già troppo tardi per tirarsi indietro. E l’ultima domanda?
13 Beloved è considerato uno dei tre migliori film dell’anno. Il secondo lungometraggio del più giovane regista thailandese, Chookiat Sakveerakul, dimostra le sue capacità con la buona trama, l’eccellente interpretazione del protagonista e il montaggio serrato. Basata su un famoso fumetto, The 13 Quiz Show, la trama cattura il pubblico facilmente e senza sorprese, tenendolo inchiodato alle poltrone. Il regista inoltre rilancia con una costruzione dell’immagine nuova, spiacevole e impietosa. Escrementi, zampe di maiale usate come arma, un cadavere putrefatto che il protagonista trasporta sulla schiena… Attenzione! Questo è il film più vomitevole che ci si possa aspettare. Non guardatelo subito prima o subito dopo i pasti.
Tutti i personaggi sono abilmente collocati in una catena interconnessa, come il modello attuale di Internet che costituisce anche lo sfondo della trama. Ogni personaggio è concepito come giocatore o come preda, o entrambi. Analogamente, il ritmo veloce del gioco si armonizza benissimo con il lato tragico della storia. Cosa succede a un essere umano in un mondo invaso dalla tecnologia?
Il protagonista Krissada Sukosol dimostra la sua lunga esperienza nella carriera di attore, in cui ha vinto quasi tutti i premi locali per il migliore attore. Krissada coglie brillantemente il mondo da perdente di un uomo sfortunato, che inaspettatamente finisce nel sangue e nei rifiuti, malgrado provenga da una famiglia di classe alta e sia diventato famoso come cantante indipendente. Il regista gioca sommessamente con l’uso del linguaggio filmico e con i simboli. Il primo gioco viene proposto al protagonista al quattordicesimo piano, che significa il tredicesimo: nella cultura thailandese il tredicesimo piano si salta perché porta sfortuna.
Il film comunque rappresenta un piccolo, delicato paradigma dello spettacolo com’è richiesto da Hollywood. Così, la compagnia di Weinstein a Hollywood ha voluto solo i diritti di remake, invece di distribuire l’intero film. Ma se volete sapere in che modo i paesi del terzo mondo, come la Thailandia, vedono il moderno mondo di Internet, questa è una buona introduzione.