Sinking of Japan

L’idea base di Sinking of Japan (Nippon Chinbotsu) - il Giappone sotto la mortale minaccia di potenti forze che sembrano sfuggire all’umano controllo - è la stessa di altre decine di film di mostri e disastri, ma nel romanzo omonimo del 1973 Komatsu Sakyo fa un passo in più: immagina il Giappone che letteralmente affonda dopo la collisione tra due placche tettoniche. Il risultato è un inferno di terremoti e vulcani che uccidono milioni di persone e costringono all’evacuazione l’intero paese.

Il romanzo di Komatsu diventò un bestseller colossale, e non molto tempo dopo la Toho si affrettò a trarne un film di grande successo, per un budget, allora stratosferico, di 500 milioni di yen. Il remake di Higuchi Shinji propone effetti di computer graphics impossibili da realizzare nel 1973, e aggiunge un personaggio femminile più determinato, che fa parte di una squadra di salvataggio, interpretato da  Shibasaki Kou. Inoltre, fortunatamente, Higuchi spiega gran parte del gergo scientifico in termini che persino uno scolaro delle elementari è in grado di comprendere.

Sinking of Japan entra nel merito già dalla scena iniziale, con un terremoto di enormi proporzioni che riduce in macerie la citta di Numazu. Il film, però, manca dell’andamento implacabile de La guerra dei mondi di Steven Spielberg, un altro film recente di argomento apocalittico. La narrazione invece segue lo schema a tira-e-molla tipico di molti disaster movies degli anni Settanta: il ritmo spesso rallenta per incontri e separazioni carichi di tensione.

I protagonisti sono Shibasaki nel ruolo del membro della squadra di soccorso Abe Reiko, e Kusanagi Tsuyoshi nei  panni del pilota di sommergibili di profondità Onodera Toshio. I due si incontrano nella prima scena, in cui Reiko salva un intontito Onodera e una ragazzina di nome Misa (Fukuda Mayuko), che è rimasta separata dai genitori nei momenti convulsi successivi al terremoto.
Poco dopo, le autorità del governo giapponese vengono a sapere che il Giappone sprofonderà nel Pacifico entro quarant’anni. Il dottor Dr. Tadokoro, uno scienziato scettico, manda Onodera e un altro pilota a esaminare il fondo oceanico al largo del Giappone. La sua conclusione è che il Giappone sparirà in 338 giorni, ora più, ora meno.   

Tramite Takadoro, Reiko incontra nuovamente Onodera e gli racconta che il padre di Misa è morto e la madre è in coma. Insieme i due vanno a trovare Misa nella sua nuova casa, un piccolo ristorante gestito dalla zia di Reiko in una bella zona della baia di Tokyo. Onodera è affascinato dal locale, dai suoi clienti abituali che sono le migliori persone possibili, e da Reiko. Per lui tutto questo rappresenta il buono di una terra che sta per sparire per sempre.

Cosa si può fare in vista di questo orrore? Alcuni bene informati dicono che, per evitare il panico generale, il governo dovrebbe mentire riguardo alla situazione reale. Ma il buon primo ministro (Ishizaka Koji) dà al suo ministro più capace, Takamori (Daichi Mao) l’incarico di dirigere una task force con l’obiettivo di salvare il maggior numero di vite possibile.

The Sinking of Japan offre abbastanza terremoti, eruzioni e distruzione da far felici gli appassionati di disastri. Anche il tocco di delicato nazionalismo del film è interessante. Nessuno canta l’inno nazionale nipponico, e così un’altra delle pietre miliari culturali giapponesi va in frantumi, ma la maggior parte dei personaggi buoni sceglie di rimanere col Giappone fino all’amara (o, per meglio dire, salata) fine. È un po’ come il Titanic - se avesse avuto diversi milioni del suo Capitano Smith.

Mark Schilling
FEFF: 2007
Regia: Higuchi Shinji
Anno: 2006
Durata: 135'
Stato: Japan

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