The Host

È difficile scrivere su The Host di Bong Joon-ho senza inserire doppi sensi sulla parola “mostro”. La tentazione nasce non solo per l’argomento trattato, ma perchè tutto nel film – le sue proporzioni, il suo budget, il risultato al box office che ha infranto tutti i record, il suo potenziale all’estero - è enorme nel contesto dell’industria cinematografica locale. È un film mostruoso - su un mutante grande come un camion che striscia fuori dal fiume Han e semina il terrore tra gli abitanti di Seoul - e allo stesso tempo non lo è. Una parte dell’attrattiva di The Host è la difficoltà nel determinare con esattezza i suoi nuclei tematici.

Si potrebbe anche etichettare The Host come un film sulla famiglia. Hee-bong (Byun Hee-bong) è il proprietario di un piccolo chiosco di snack all’interno del Parco cittadino sul fiume Han, che vende piovra fritta, dolciumi e birra alla gente che esce a godersi il sole. Gang-du (Song Kang-ho) è uno dei suoi tre figli, un uomo che sembra un po’ ritardato, il cui unico scopo nella vita è l’adorazione per la figlioletta in età scolare, Hyun-seo (Ko Ah-sung). Completano la famiglia Nam-joo (Bae Doona), una campionessa di tiro con l’arco e il fratello Nam-il (Park Hae-il), un ex studente contestatore, ubriacone e disoccupato. È un gruppo disfunzionale, tenuto insieme solo dalla crisi da affrontare, ma le dinamiche familiari appariranno ben note.

Quando la creatura ghermisce la giovane Hyun-seo, la famiglia si schiera contro questa sconosciuta minaccia biologica. Tuttavia, in quella che è forse una riflessione efficace sui nostri tempi, la famiglia finisce per passare più tempo a combattere contro professionisti della sanità, personale militare e altre manifestazioni del governo che contro la bestia stessa. The Host unisce diverse frecciate politiche al suo cocktail di generi: un pizzico di SARS qui, un goccio di Iraq là. Ed è con un umorismo nero giocoso e assurdo che queste battute satiriche vengono trasmesse al pubblico, a suggerire che l’interesse principale del film sta altrove.

Il mostro stesso non è una forza del male premeditato, decisa a distruggere la civiltà (in questo senso somiglia più all’uragano Katrina che all’11 settembre). Come qualsiasi altro disastro naturale questo mostro astuto, brutto, letale, goffo e a volte ridicolo fa quello che fa semplicemente perché rientra nella sua natura. Mangia esseri umani perché ha fame, e perché gli piacciono. In un certo senso è difficile vedere The Host come un combattimento tra il bene e il male: da un punto di vista morale, il film assomiglia a quei documentari sui leoni che cacciano le gazzelle.

Durante la resa dei conti con la bestia, però, traspare dal film un senso di solitudine molto umano, che deriva in parte dalla presa di coscienza che, durante una crisi, il proprio paese può anche non essere di nessun aiuto, o anzi può mettere i bastoni tra le ruote. Un disastro che lacera il tessuto sociale può rivelare che le leggi, le convenzioni e le credenze che ci mantengono civili sono solo superficiali. Forse un altro dei motivi di tristezza del film è riflesso in una battuta sconvolgente che viene pronunciata a metà della storia: “Hai mai sentito questo odore? Lo stomaco di un genitore che ha perso un figlio... Quando imputridisce, l’odore può arrivare a chilometri di distanza…” Il nucleo familiare che è al centro di The Host affronta la prospettiva di perdere la ragazzina, che è quanto ha di più caro, e anche questo lo spinge a reagire contro la natura crudele e arbitraria del destino.

A detta di molti critici coreani, The Host non è all’altezza del film precedente di Bong, Memories of Murder, che è diventato ormai un classico. Eppure, più lo si guarda, più appare come una composizione ammaliante e ben costruita. The Host è più di uno spettacolo, una sensuale esplosione di ispirazione che ci prende e ci porta via in un percorso appassionante. Forse non si può pretendere che Bong riesca a tirare fuori due assi uno dopo l’altro; ma è sorprendente che vi si sia avvicinato così tanto.

Darcy Paquet
FEFF: 2007
Regia: Bong Joon-ho
Anno: 2006
Durata: 119'
Stato: South Korea

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