Il capomastro Erning assume l’ex pugile Anton e lo spensierato Lopez per restaurare una vecchia casa isolata, con il sinistro avvertimento di tenersi alla larga dalla cantina. Nonostante le distrazioni con le ragazze locali - la sbarazzina Giselle e la riflessiva Angie – i due inevitabilmente disubbidiscono all’ordine di Erning. Dopo essere stati svegliati una notte da una ragazzina e da un monaco mascherato e incappucciato, Anton e Lope trovano nella cantina uno strano altare e vengono a sapere che il proprietario aveva offerto una ragazzina al diavolo in cambio dell’immortalità e di ricchezze Quando Lope scompare, e Angie scopre la storia dell’iscrizione “Tetras Pygium” sull’altare, Anton viene risucchiato nel segreto di Erning e scopre l’identità della ragazzina. Inoltre, viene a sapere che il suo destino non sta solo nella cantina ma anche nella soffitta!
Altar rappresenta una maturazione e una definizione dell’opera di Ilarde fino ad ora. Il tema fondamentale è l’ibrido, non come combinazione fruttifera bensì come mutazione, risultato di un esperimento, tentazione del destino catastroficamente fallita ad opera di intelligenze deviate. Sia Z-Men che Beneath The Cogon (Far East Film 2006) presentavano organismi biologici mutati come prodotto di menti malate. Woman Of Mud (Far East Film 2004) è l’immaginazione distorta di uno scrittore che prende vita. In Altar, un prete spagnolo dell’epoca coloniale ha mescolato il cattolicesimo con un rituale pagano per esorcizzare gli indemoniati, ma l’eresia del suo ibrido lo ha portato alla sconsacrazione.
Anton è la quintessenza dei protagonisti del cinema di Ilarde: un ragazzo-uomo introspettivo, ben scolpito, dalla giovinezza indefinita, che si sente incompreso dal mondo esterno. In Altar, questa caratterizzazione è ulteriormente rifinita fino a un potenziale avvincente. Anton ha accidentalmente ucciso un avversario sul ring, e il suo passato lo perseguita ma, ironia della sorte, ora lo rende adatto - come “assassino dal cuore puro” - a combattere contro il demone dell’altare.
Altar amplifica le caratteristiche autoriali di Ilarde: un impegno fatale, mosso dai personaggi, nei confronti degli orrori del mito dell'ibrido. È il grido di un artista non apprezzato, l'anima innocente che teme di sporcare il proprio talento al servizio dei vili e dei corrotti, il prete destinato a fare affari col diavolo, l'uomo puro che deve uccidere. Come patologia, questa paura è affascinante. Come nevrosi, porta a un'incantevole estetica.
Roger Garcia