Miike Takashi, Re del Cult giapponese, dichiarava spesso nelle interviste di essere ben felice di realizzare film per l’home video a budget zero su gangsters e altri tipi malfamati: più libertà, diceva, per lasciar galoppare la sua formidabile immaginazione. Poi ha realizzato One Missed Call [The Call - Non rispondere], un J-Horror del 2004 su adolescenti che ricevono sms che predicono la loro morte. Guadagnando 14,5 milioni di dollari al botteghino giapponese, il film è diventato il suo primo successo mainstream e ha ispirato un remake hollywoodiano.
In seguito Miike ha realizzato altri film per il grande pubblico, come The Great Yokai War (2005) e Sukiyaki Western Django (2007), ma è con Crows - Episode 0 (Crows Zero) che fatto saltare il botteghino. Distribuito nell’ottobre 2007 dalla Toho, Crows ha incassato 24 milioni di dollari - in altre parole, circa quanto i primi cinquanta film di Miike messi insieme.
Questo trionfo al botteghino non significava svendere la propria carriera: stilisticamente, Crows rappresenta ancora Miike in ogni fotogramma. Anche la storia di teppisti che vivono per azzuffarsi e si azzuffano con la stessa facilità con cui respirano (naturalmente e senza un attimo di esitazione) sarà familiare ai fan dei tre film della serie Young Thugs di Miike (girata tra il 1996 e il 1998) su sbandati, fannulloni e aspiranti gangsters nello squallido quartiere Kishiwada di Osaka.
Allora perché un balzo così grande negli incassi? Il fumetto di lunga durata di Hiroshi Takahashi da cui è tratto il film ha un gran numero di fedeli appassionati. Inoltre, gli attori principali, come Oguri Shun e Yamada Takayuki, sono giovani divi alla moda con uno stuolo di ammiratrici che di solito preferirebbero farsi devitalizzare un dente piuttosto che guardare un film di adolescenti incazzati che se le danno di santa ragione.
Infine, tutto, dai vestiti abilmente impoveriti ai capelli scompigliati dei protagonisti alla assordante colonna sonora techno-rock, può definirsi “fico” nella sua accezione corrente del termine, anche se i teppistelli trasandati di Kishiwada del film di Miike potrebbero esigere di differenziarsi.
Lo scenario è la High School maschile di Suzuran, uno stabilimento educativo dove le bande comandano nei corridoi, i graffiti decorano i muri e gli insegnanti, dopo essersi fatti impaurire all’assemblea del primo giorno di scuola, si rendono irreperibili. In questo maelstrom fa lo spaccone Takaya Genji (Oguri), uno studente trasferito da un’altra scuola, il cui padre (Kishitani Goro), ex allievo del Suzuran, è un boss della yakuza. Genji non è pazzo, ma ambizioso: vorrebbe fare ciò che a suo padre non è riuscito: unire le bande della scuola in continua guerra tra di loro ed emergere come capo dei capi.
Presto capisce che il suo rivale per la supremazia è Serizawa Tamao (Yamada), il lottatore numero uno e boss della banda più grande della scuola.
Prima del confronto diretto con Serizawa per il controllo della scuola, comunque, Genji deve combattere più di uno scontro - senza peraltro vincerli tutti. Trova però un inaspettato alleato in Katagiri Ken (Yabe Kyosuke), un altro ex allievo del Suzuran diventato yakuza, la cui banda è rivale a quella del padre di Genji. Ken vede Genji come la sua ultima e migliore opportunità per rivivere i giorni di gloria della scuola - e questa volta riuscire al meglio. È un sogno un po’ patetico, ma Ken è completamente sincero, e disposto a dimostrarlo con la vita se necessario.
Il film non è incentrato interamente su due duri che si picchiano. Genji è affascinato da Ruka (Kuroki Meisa), una sensuale cantante di nightclub, ma la loro storia d’amore viene bruscamente interrotta quando Ruka viene rapita - e Genji deve correre a salvarla.
Lo stile hollywoodiano dal montaggio rapido e strobing delle sequenze d’azione potrebbe non piacere ai fan dell’estetica cruda dei film della serie Young Thugs, il cui concetto di “grande impatto” corrispondeva a una sbarra di ferro sul cranio. Anche chi cerca la classica ultraviolenza di Miike potrebbe rimanere deluso. Nessuno dovrà scappare dal cinema in preda a conati di vomito. Comunque, Miike mantiene sempre il suo stile brevettato di violenza di ragazzacci e umorismo nero, anche se con attori più belli del solito.
Mark Schilling