Muay Thai Chaiya

Ogni tanto spunta un film che sfida i gusti del pubblico, risveglia negli spettatori una nuova e diversa eccitazione e spicca tra gli altri film del genere. È il caso di Muay Thai Chaiya, il primo lavoro registico individuale del noto sceneggiatore Kongkiat Khomsiri; ci dimostra che un film sulle arti marziali può offrire ben più che la sola azione e può possedere anche un tenue romanticismo e drammaticità di sentimenti.
Muay Thai Chaiya narra una storia di amicizia e sacrificio, di onore e redenzione e di scelte di vita. Piak (Akara Amarttayakul), Pao (Thawatchai Penpakdee) e Samor (Sonthaya Chitmanee) sono tre amici d’infanzia della Thailandia meridionale; tutti e tre sono appassionati della scuola Chaiya di Muay Thai, e nutrono il sogno di ogni pugile: combattere allo stadio Ratchadamnoen di Bangkok. Appena raggiunta la maggiore età, si recano nella capitale per coronare il loro sogno. Piak purtroppo vede sfumare le speranze di una brillante carriera a causa della sua arroganza e del carattere irruento, e insieme a Samor entra nel mondo dei combattimenti clandestini, dove entrambi sostengono incontri illegali e lavorano come sicari attirati dal denaro facile. Pao invece si allena e combatte con impegno e fatica, ma la cattiva sorte lo conduce in un combattimento che, a sua insaputa, lo oppone proprio ai feroci gangster per cui lavorano Piak e Samor.
Com’è prevedibile in qualsiasi film di arti marziali, in Muay Thai Chaiya c’è abbondanza di pugni, proiettili e scene violente. La serrata coreografia e il montaggio sincopato rendono ancora più intensa l’eccitazione di ogni sequenza d’azione. Ma gli appassionati dei film drammatici apprezzeranno anche il ricco intreccio di vicende umane di cui è intessuta l’opera: amici che affrontano gravi sacrifici per amore reciproco, coppie di amanti in cui ognuno perdona le cadute dell’altro, un padre che alleva i propri figli alla virtù e allievi che rendono omaggio ai propri maestri. Un’abile sceneggiatura dosa sapientemente questi elementi per sfociare nel climax del film: il combattimento in cui Piak e Pao realizzano finalmente il proprio sogno di battersi al Ratchadamnoen, anche se ognuno di essi vi giunge in maniera diversa e con diversi scopi.
La recitazione è sempre notevolissima, e rivolgo una sincera lode agli interpreti principali, Akara e Thawatchai, che si sono impegnati oltre al 150 per cento nel proprio ruolo e hanno realizzato di persona i propri stunts. Offrono due solide interpretazioni che fanno dimenticare al pubblico il loro passato di fotomodelli. Una menzione speciale va a Sonthaya. Non sorprende che Akara e Sonthaya abbiano ottenuto l’anno scorso quasi tutti i riconoscimenti per il migliore attore protagonista e non protagonista.
Alcuni rapporti tra i personaggi all’interno della storia sono però scarsamente sviluppati. L’attenzione riservata al protagonista Piak è forse eccessiva. A causa del ritmo assai rapido del montaggio, il film si sposta in maniera troppo vorticosa da una all’altra delle numerose trame parallele. Trovo particolarmente deludente la brusca conclusione della scena in cui Pao si unisce a Piak - apparentemente approvando la strada che ha preso - per affrontare i due più crudeli avversari nell’ambiente dei combattimenti illegali.
Muay Thai Chaiya resta comunque un film assai godibile. A differenza dei più recenti film thailandesi di arti marziali, in cui l’azione si spreca ma le emozioni scarseggiano, Muay Thai Chaiya non propone solo violente scariche di adrenalina ma anche una storia romantica e un complesso dramma di rapporti umani, che condurranno il pubblico sia alle lacrime che a uno scatenato tifo per i personaggi preferiti. Indubbiamente un film da non perdere.
Sorradithep Supachanya
FEFF: 2008
Regia: Kongkiat KOMESIRI
Anno: 2007
Durata: 117'
Stato: Thailand

Photogallery