Di una violenza sconvolgente e imperniato su problemi sociali, questo scottante slasher dall'argomento di Pang Ho-cheung cerca di colpire nel punto debole quando attacca lo sviluppo immobiliare ipertrofico della scena cittadina e i mali pubblici che ne conseguono. L'atmosfera sinistra si stabilisce già prima dei titoli di testa, quando una giovane donna si infila in un condominio elegante, strangola una guardia di sicurezza in mezzo a spruzzi di sangue, mette fuori uso il sistema di videosorveglianza e si dirige ai piani superiori.
Ecco che facciamo la conoscenza di Cheng Lai-sheung (Josie Ho), una ragazza locale cresciuta di fronte a dove si trovano ora le torri del n. 1 di Victoria Bay. In flashback che tornano agli anni Novanta, si vede la comunità del quartiere lacerata da malviventi prezzolati che obbligano gli abitanti ad andarsene per fare spazio a progetti che cambiano la destinazione d'uso della zona. Lo spettatore assiste alla sofferenza del padre di Cheng per una malattia dovuta alla riqualificazione immobiliare mentre il nonno si lamenta per la sparizione del litorale causata dalla bonifica. E nonostante tutto quel che c'è nel suo passato, per ragioni personali ora Cheng è fermamente decisa a comprare una costosa casa con vista sul porto nel moderno complesso residenziale, e farà qualunque cosa per accaparrarsi la dimora dei suoi sogni.
A intrecciarsi con i trascorsi di Cheng c'è una processione di eventi sanguinosi che accadono senza alcuna spiegazione mentre lei si fa strada da un appartamento all'altro. Gli omicidi sono brutali e sconvolgenti quanto a scelta delle vittime, ed è sicuramente questo il principale argomento di conversazione riguardo a Dream Home dopo la sua uscita nelle sale. Si vede Cheng che abbatte residenti e visitatori in maniera indiscriminata, usando i metodi più orrendi per il lavoro. Quando un occhio viene fatto uscire dall'orbita, ad esempio, è perché un cacciavite lo ha cacciato fuori dopo essere stato piantato dietro il cranio; e le scene di massacro nell'abitazione di un playboy permettono di collegare la commedia nera con una schiera di uccisioni raccapriccianti.
È un cinema radicale e, come chiariscono Pang e i co-sceneggiatori Derek Tsang e Jimmy Wan, è un cinema basato su un malessere sociale e su questioni politiche - cosa fin troppo rara sulla scena cinematografica hongkonghese attuale. Il terrore provocato da Dream Home parla soprattutto contro i prezzi immobiliari andati alle stelle verso la fine del 2007, quando aspiranti proprietari lottavano per comprare appartamenti piccoli ma sempre più costosi, mentre i loro stipendi erano bloccati più o meno ai livelli precedenti alla crisi finanziaria (all'inizio del 2010, comunque, le cose sono più o meno le stesse). Il film dà voce al senso di impotenza nei confronti dei cartelli tra gli immobiliaristi, della collusione ampiamente percepita tra il governo e le società di sviluppo e dell'eliminazione di vedute cittadine culturalmente rilevanti. Le questioni legate al piano regolatore stanno più che mai sollevando proteste, e anche questo viene rappresentato quando Cheng e suo padre guardano i notiziari televisivi del 2007. Non è la prima volta che Pang porta sullo schermo questioni sociali (la sua opera prima del 2001 si apre addirittura con un uomo che si suicida a causa di sventure immobiliari) e altri elementi caratteristici della sua filmografia occhieggiano anche dietro Dream Home, sia attraverso un umorismo macabro sia attraverso il realismo dei dialoghi di vita quotidiana, oppure ancora con uno sguardo retrospettivo ai recenti cambiamenti storici.
Dream Home è anche un film meticolosamente confezionato. Tre diversi appartamenti, i corridoi e la guardiola sono stati scrupolosamente ricostruiti in studio (certo, nessun proprietario avrebbe voluto questo tipo di riprese nei suoi immobili). La mobile macchina da presa di Yu Lik-wai, storico direttore della fotografia per Jia Zhangke, gira attorno con discrezione, mentre la score e il suono dell'italiano Gabriele Roberto (Exodus, Memories of Matsuko) sono ben superiori alla norma del cinema di Hong Kong. I coreografia delle scene d'azione Chin Kar-lok e Wong Wai-fai, che di solito lavorano a pellicole spettacolari come Fire of Conscience, applicano le loro abilità a un ambiente più intimista. L'attrice e produttrice Josie Ho affronta il suo arduo ruolo da protagonista con chiara determinazione mentre compie le sue odiose nefandezze, e il cast comprende attori caratteristi di tutto rispetto accanto agli habitué dell'universo filmico di Pang Ho-cheung. Dream Home potrà anche appartenere al genere slasher, ma questo film sconvolgente mira ad andare oltre i semplici brividi di serie B.
Tim Youngs