Flesh Pier

Ishii Teruo girò il suo noir del 1958, Flesh Pier (Jotai Sanbashi) nei vicoli di Akasaka, Ginza e Shinjuku in uno stile semidocumentaristico, aprendo con la macchina da presa che vaga senza meta e un narratore dalla voce soave che descrive l’esistenza di “un altro mondo” di piaceri illeciti sotto la sfavillante luce dei neon. Utsui Ken è il protagonista Yoshioka, un poliziotto sotto copertura che investiga su un giro di ragazze squillo, che ha come base un nightclub chiamato Arizona nel distretto di Ginza. Durante la sua visita al club, però, scopre con sorpresa che la donna del capo, Rumi (Mihara Yoko) è la sua innamorata di un tempo, e riconosce anche una indossatrice, Haruko (Tsukushi Akemi) che lui conosceva come reporter quando lottava contro la malavita a Kobe. Il perspicace pianista Teruo (Hata Teruo) intuisce che c’è qualcosa di sospetto nella coppia e trasmette i suoi sospetti a Rumi, che fa rinchiudere Haruko nella stanza di Teruo. Ma Rumi è ancora innamorata di Yoshioka, e non riesce a decidersi a smascherarlo davanti al boss (Uemura Kenjiro), il quale però si sta già domandando se Yoshioka, che finge di essere anche lui un malvivente, non stia nascondendo qualcosa. Ishii realizzò questa storia contorta di sotterfugi e tradimenti ambientata all’interno dell’industria del sesso giapponese attestandone inflessibilmente la sordidezza ma con qualche ammiccamento nei confronti dei suoi piaceri. Come Ishii spiegò in seguito, tale duplice approccio, inizialmente era pensato per ridurre al minimo l’interferenza del pragmatico Okura, ma divenne il suo marchio di fabbrica.
FEFF: 2010
Regia: Teruo ISHII
Anno: 1958
Durata: 75'
Stato: Japan

Photogallery