Ghost Story Of Yotsuya

Il capolavoro horror di Nakagawa, Ghost Story Of Yotsuya (Tokaido Yotsuya Kaidan, 1959) è tratto da un dramma teatrale Kabuki di Tsuruya Nanboku andato in scena per la prima volta nel 1825 e oggetto di numerosi adattamenti cinematografici fin dai tempi del cinema muto. Questo film è comunque uno dei più fedeli all’originale.
Invece di rimaneggiare la trama o gonfiare gli effetti, Nakagawa fece propria questa storia conosciutissima concentrandosi di più sulla psicologia dei personaggi, in particolare quella dello spietato, crudele ma tutto sommato umano, samurai protagonista e della moglie, maltrattata fino alla morte.
Certo, le atmosfere tipiche di Nakagawa ci sono tutte, soprattutto per quanto riguarda il suo uso esagerato del colore per esprimere l’avvelenamento del corpo (dei verdi malsani) e della mente (dei rossi spaventosi). Il film risulta peraltro più memorabile per la forza cruda delle sue emozioni, dallo sconvolgimento e desolazione della moglie tradita fino al terrore e alla disperazione del marito condannato.
La storia ha più di un colpo di scena di tipo teatrale (dopotutto è tratta da un dramma Kabuki), ma se condensata diventa un Macbeth giapponese su una mostruosa ambizione che ha come frutto il più sleale assassinio e per il protagonista, dalle mani sporche di sangue e dalla cattiva coscienza, la rovina e la morte.
Iemon (Amachi Shigeru) è un samurai di basso rango che chiede in sposa la soave Iwa (Wakasugi Katsuko), ma quando il padre di lei rifiuta la sua richiesta, Iemon lo uccide. Con l’aiuto di uno scaltro servitore (Emi Shuntaro) occulta il suo crimine e riesce a sposare Iwa. Egli però non riesce a sfuggire alla miseria e, quando gli si presenta l'occasione di un matrimonio più vantaggioso con la bella e ricca Ume (Junko Ikeuchi), Iemon progetta di uccidere la moglie.
Iwa muore orribilmente, avvelenata - non prima di aver appreso, da un massaggiatore assoldato da Iemon per inscenare un incriminante atto di adulterio, che il suo assassino è il suo stesso marito. Iwa giura vendetta dall’aldilà, e la ottiene dopo la morte presentandosi continuamente davanti al terrorizzato Iemon. Reso folle da queste apparizioni, l'uomo mena fendenti con la sua spada, col solo risultato di uccidere innocenti e di affrettare la sua rovina.
Amachi conferisce al personaggio di Iemon una sfumatura inconsueta: malgrado la crudeltà dei suoi atti, questo antieroe con la A maiuscola ha una capacità di riflettere e di provare rimorso che rende il suo castigo finale ancora più terribile. L’interpretazione di maggior rilievo, tuttavia, è quella di Wakasugi nella parte di Iwa: lo shock e lo sgomento dipinti sul suo volto che si dissolve in una massa scura e deforme sono incancellabili e la transizione dall’angoscia, provata nel momento in cui l’amore per suo marito svanisce, all’implacabile rabbia, nel momento della dipartita, è resa con eleganza ma allo stesso tempo comunica la dimensione più piena dell’orrore.
Mark Schilling
FEFF: 2010
Regia: Nobuo NAKAGAWA
Anno: 1959
Durata: 76'
Stato: Japan

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