Come suggerisce il titolo, Girl Divers Of Spook Mansion (Ama no Bakemono Yashiki) di Magatani Morihei è un pot-pourri dei generi ama (pescatrici di perle) e horror, quel tipo di film che la Shintoho aveva già cercato di fare - ma mai in modo così divertente.
Mihara Yoko interpreta Kyoko, una ragazza dall’aria perfettina che va a trovare la sua compagna di liceo, Aoyama Yumi (Seto Reiko), sulla Costa di Aoiso, celebre per le sue ama. La villa degli Aoyama, dice Yumi, è infestata, e la ragazza teme per la propria vita.
Dopo il suicidio del padre, spiega Yumi, la madre è impazzita e poi è morta; sono seguite altre sventure familiari, come la sparizione della sorella maggiore e la strana morte della cognata. Ora Yumi vive sola con la nonna (Satsuki Fujie) e i domestici - e ogni notte viene visitata dal fantasma della cognata. Disperata, si rivolge a Kyoto, che è una poliziotta, anche se chi la tormenta è al di là della portata delle leggi umane.
Nel frattempo, Kayo (Banri Masayo) lavora come ama nella zona di pesca degli Aoyama. Quando però si tuffa in un’area off-limits, litiga con la responsabile (Misaki Yoji) e con un’altra ama, Hide (Mifune Yoko). Kayo, comunque, non voleva pescare di frodo, ma analizzare l’area, su richiesta di un professore universitario in distaccamento (Numata Yoichi) che sta conducendo uno studio sulla fauna marina locale.
Poco dopo, la cameriera di un locale viene assassinata nel quartiere Edogawa di Tokyo. Una perla nera, trovata nel suo stomaco, viene ricollegata alla famiglia Aoyama. Inoltre, in camera sua viene rinvenuto un biglietto da visita di un certo sig. Kimura. Chi sarà quest’uomo misterioso? E cosa c’entrano gli Aoyama con il delitto? Un giovane investigatore (Sugawara Bunta) va ad Aoiso per indagare.
a storia sembra una pesante zuppa di generi diversi, ma Magatani vi incorpora alcune scene memorabili, come la feroce zuffa tra Banri e Mifune sulla spiaggia, o l’indagine coraggiosa di Mihara all’interno della cantina della villa, che dà i brividi. Quando strofina con il gomito un enorme serpente, ovviamente vivo, che pende da una trave, non sbatte neanche le palpebre. Che possibilità può mai avere un semplice fantasma contro questa poliziotta dai nervi d’acciaio?
Mark Schilling