Golden Slumber

Golden Slumber di Nakamura Yoshihiro presenta una storia del genere “uomo in fuga” con numerosi predecessori hollywoodiani (Intrigo internazionale di Alfred Hitchcock è uno, The Bourne Identity di Doug Liman è un altro), ma Nakamura la sfrutta, come di consueto, per scopi tutti suoi. Più che con i thriller di Hollywood, si riscontra un’affinità di spirito con Le ali della libertà e Ricomincio da capo e i loro messaggi di speranza e di rinnovamento.
Il suo eroe alla portata di tutti è Aoyagi (Sakai Masato), proprietario di un camion per le consegne a Sendai. Ha appuntamento con un vecchio compagno di università, Morita (Yoshioka Hidetaka), quando c’è un’esplosione non lontano dal luogo in cui sono seduti nella macchina di Aoyagi. Il nuovo Primo Ministro, che viaggia in un’auto scoperta, è stato assassinato - e Aoyagi diventa l’unico sospettato. È anche il capro espiatorio scelto per mettere in atto un intricato complotto che vede coinvolto lo sventurato Morita.
Il film strizza l’occhio a JFK, il filmone commerciale a sfondo cospiratorio di Oliver Stone, tanto più che Morita arriva a definire Aoyagi il “nuovo Oswald”, ma più che sull’intrigo politico - sulle motivazioni e i meccanismi alla base del complotto non veniamo a sapere molto - pone l’interesse sulla questione della fiducia umana.
Con centinaia di poliziotti sulle sue tracce, Aoyagi sa di avere bisogno dell’aiuto degli amici. Un altro compagno di università, il sorridente e nervoso Gus (Hitori Gekidan), si rivela una scelta infelice, mentre più fortunati saranno gli incontri con una vecchia fiamma (Takeuchi Yuko), un collega rissoso (Shibukawa Kiyohiko), un bullo dal sorriso inquietante ma che gli dà una mano (Hamada Gaku) e un astuto ricoverato cronico in ospedale (Emoto Akira).
Due anni prima Aoyagi era diventato un grande eroe mediatico grazie a un atto di coraggio fortuito. Tuttavia l’aiuto che riceve ha motivazioni più profonde di una manciata di articoli giornalistici. Qualcosa in lui spinge i suoi benefattori a credere nella sua innocenza, malgrado tutte le (false) prove contrarie. Sono angeli, sciocchi o cosa? E che c’entra la canzone dei Beatles che fornisce il titolo?
Nakamura, diligente studente del mystery e della suspense hollywoodiani, lancia Aoyagi da una fuga miracolosa all’altra e nel contempo delinea abilmente un quadro accurato delle sue esperienze personali, a partire dal “circolo del fast food” dell’università, dove lui e i suoi amici sgranocchiavano hamburger avventurandosi in congetture sull’assassinio di Kennedy. La parte centrale della pellicola, in cui Aoyagi trova provvisorio rifugio in un macinino arrugginito, è un tantino debole - benché getti le basi per il grande climax in cui tutto viene svelato.
La struttura di questo climax non giungerà nuova ai fan di Fish Story, dove i numerosi fili del complotto si intrecciano nei cinque minuti finali di satori cinematografico. Ma se il film precedente terminava con uno slancio catartico di rivelazione e sollievo, Golden Slumber si conclude su un’altra emozione. Preferisco non anticiparla; dirò soltanto che è inattesa, anche se in un modo o nell’altro è sempre stata presente.
Mark Schilling
FEFF: 2010
Regia: Yoshihiro NAKAMURA
Anno: 2010
Durata: 139'
Stato: Japan

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