Last Wolf

Tentativo dichiarato d’importare i modelli del cinema gangsteristico americano in ambito indonesiano, The Last Wolf è l’opera più ambiziosa dell’iconoclasta regista e sceneggiatrice Upi. Avventurandosi in un genere prettamente maschile, Upi racconta una storia d’amicizia virile tradita, ripercorrendo i canoni di un genere classico, ma poco praticato nel suo paese; il risultato è manifestamente contaminato di melodramma, con situazioni ed emozioni spinte sovente al limite. Il tutto imbastito secondo i topoi che discendono dalla massima homo homini lupus.
In una periferia di Jakarta, cinque ragazzi crescono secondo un patto di fratellanza. Sono Ale (Fathir Muchtar), Jarot (Vino G. Bastian), Jago (Dallas Pratama), Lukman (Dion Wiyoko) e Sadat (Ali Syakib). I cinque formano una gang guidata da Ale, il più carismatico del gruppo. Giurandosi eterna fedeltà e fratellanza, combattono senza tregua le bande rivali per acquisire il controllo del territorio. Tra scontri a cazzotti e bastonate, la loro scalata al potere sembra davvero inarrestabile.
Decidono d’immortalare la propria immagine in una foto scattata in studio, vestendo abiti da gangster, come memento “di dove sono venuti”.
Poi, un giorno, durante uno scontro particolarmente violento, Jarot colpisce a morte con una pietra un avversario, per salvare la vita ad Ale. Jarot viene arrestato e finisce in prigione, dove deve fare i conti con le pesantissime angherie degli altri galeotti. Col tempo, però, riesce a prendersi la sua vendetta, acquisendo la supremazia assoluta nella comunità carceraria. Nel frattempo, i quattro compagni tradiscono il patto di eterna amicizia, abbandonando Jarot alla sua sorte e concentrandosi sull’ascesa nel mondo della malavita. Quando esce dalla galera, Jarot trova invece ad accoglierlo Fatir (Reza Pahlevi), il muto amico d’infanzia che era stato marginalizzato dal gruppo e che ora è divenuto uno spietato killer a sangue freddo a servizio della potentissima gang del boss Drago Nero.
Come da copione, la gang di Drago Nero entra in conflitto con quella di Ale, mentre Jarot deve tenere segreta la sua relazione amorosa con Aisyah (Fanny Fabriana), la sorella dell’ex amico. Jarot scopre pure che la sorella Yani (Zaneta Georgina) si esibisce come cantante in un nightclub, dove subisce pure le attenzioni di Drago Nero. La tragedia ineluttabile attende tutti dietro l’angolo…
Avvalendosi di contributi tecnici di prim’ordine, Upi confeziona con The Last Wolf un film al contempo vibrante e appassionato, elegante e calibrato, movendosi con sapiente scaltrezza tra registri e situazioni; una nonchalance che deriva dalla consapevolezza cinefila di cui s’imbeve in primis la sua sceneggiatura. I richiami alla tradizione del cinema gangsteristico americano sono evidenti e gli spettatori potranno dilettarsi a cogliere riferimenti più o meno espliciti, in particolare ai lavori dei grandi cineasti italo-americani affermatisi negli anni Settanta, Coppola, De Palma e Scorsese. A complemento di quest’impronta che potrebbe riduttivamente considerarsi derivativa, l’estro di Upi s’impone in una peculiare tendenza ad esacerbare la componente emotiva: le relazioni tra i protagonisti sono complesse e i legami che li vincolano estremi; l’esplosione della componente melodrammatica, anche eccessiva, sovradimensionata, è quindi una costante allorché si palesano le conflittualità.
Gestiscono questo groviglio di contrastanti e contrastati sentimenti dei giovani attori tutti di notevole intensità e bella presenza, su cui però svetta ancora una volta l’attore feticcio di Upi, Vino G. Bastian, nel ruolo di Jarot. Capace di virare dall’introversione più dolente all’urlo d’inconsolabile disperazione, dalla contrizione più mesta allo scatto di rampante furore, si conferma come l’attore più versatile e talentuoso della sua generazione. E per la colonna sonora, Upi ha scelto d’affidarsi alle musiche dei God Bless, popolarissimo gruppo indonesiano; una conferma del suo immarcescibile spirito rock e un’ulteriore eccitante scossa alla sua fremente creazione.
Paolo Bertolin
FEFF: 2010
Regia: UPI
Anno: 2009
Durata: 135'
Stato: Indonesia