IL secondo film dell’attore e regista Taguchi Tomorowo narra la storia della maturazione sessuale di un adolescente normale ma straordinariamente eccitabile. Il film si svolge nel 1974 a Kyoto, l’antica capitale del Giappone. Visto che Taguchi era un adolescente proprio in quel periodo e, come il protagonista, era fissato con Bob Dylan, la storia ha degli elementi autobiografici e anche una certa aura nostalgica (anche se il film è stato tratto da un romanzo di Miura Jun).
Ciò che differenzia Oh, My Buddha! dai molti simili seishun eiga (“film giovanili”) realizzati in Giappone da altrettanti registi nostalgici di mezza età è che, invece di cercare di idealizzare il suo ego adolescente (o piuttosto il suo alter ego nel film), Taguchi ci consegna un protagonista estremamente assonnato, goffo e sessodipendente.
Nel contempo, il protagonista Jun (Watanabe Daichi) non risulta una caricatura comica, sebbene le sue avventure, comprese quelle romantiche ed erotiche, siano essenzialmente destinate a far ridere. È piuttosto un adolescente mediocre della classe media in cui più di uno spettatore maschio rivedrà il proprio stupido io adolescente, che lo voglia ammettere o meno.
Jun frequenta un liceo buddhista, il che potrebbe sembrare qualcosa di genere New Age; invece il corpo studentesco dalla divisa scura è completamente annoiato dai canti e da altre tiritere religiose di cui devono riempirsi la bocca. Invece Jun e due suoi compagni cominciano ad essere ossessionati dal programma di una vacanza su un isola nota per il suo “sesso libero”.
Quando però finalmente arrivano sull’isola per una vacanza di tre giorni (evidentemente il massimo che possono permettersi), si ritrovano in un banale ostello della gioventù gestito da un hippie accogliente e dall'aria vissuta che si fa chiamare Hige Godzilla (Godzilla Barbuto, intepretato da Mineta Kazunobu).
È promettente però che fra gli ospiti ci sia la dolce, curvilinea e rilassata Olive (Usuda Asami) - vale a dire, il “sesso libero” personificato. Quando lei scopre che Jun sa suonare la chitarra e scrivere canzoni - e gli chiede di cantare e scrivere qualcosa per lei - le sue speranze vanno alle stelle.
Oh, My Buddha! non sarebbe una commedia se le speranze di Jun non fossero frustrate (anche se non del tutto). E non sarebbe nemmeno un seishun eiga se lui non fosse anche attratto dalla graziosa e verginale Kyoko (Ishibashi Anna), sua compagna di classe sin dall’infanzia, alla quale non riesce quasi a rivolgere la parola. La cotta innocente di questo tipo è un classico del genere.
Il film comunque non calca sui cliché, ma è denso di osservazioni divertenti e concise sull’epoca e sui personaggi. Non occorre essere un giapponese della generazione di Taguchi per comprendere le pene sempre più grandi di Jun, che hanno carattere universale. Però può farci desiderare di aver imparato a suonare la chitarra, impareggiabile strumento di seduzione, anche nelle mani di un teenager stupidotto.
Mark Schilling