Quando Maeda Michiko, voluttuosa rivelazione della Shintoho, si spogliò per Revenge Of The Pearl Queen (Onna Shinju-o no Fukushu, 1956) di Shimura Toshio, le sue forme ignude, riprese di spalle, bucarono gli schermi con la forza di un terremoto. Fuori dai cinema si formarono lunghe file di spettatori, soprattutto maschi, che volevano ammirare Maeda in tutto il suo splendore: era nata una nuova stella - e un nuovo genere cinematografico.
La trama base del film era tratta dalla storia vera di 19 uomini giapponesi che vennero ritrovati ad Anatahan, un’isoletta dell’arcipelago delle Marianne Settentrionali, nel giugno 1951: rifiutandosi di accettare la sconfitta del Giappone nella Guerra del Pacifico, si erano ritagliati un’esistenza spartana, nel contempo tramando e contendendosi l’unica donna presente, la giovane vedova di un istruttore agronomo. La donna, dopo aver scatenato liti furibonde fra gli uomini e averli messi uno contro l’altro, aveva lasciato l’isola fuggendo su una nave americana nel giugno precedente.
Questa vicenda di sesso e sopravvivenza ispirò Joseph von Sternberg, il celebre regista che fu lo Svengali di Marlene Dietrich. Von Sternberg girò Anatahan (L’isola della donna contesa) con un cast tutto giapponese e dialoghi in giapponese. La pellicola, uscita nel 1953, ebbe un modesto successo in Giappone ma negli Stati Uniti fu un flop, e Sternberg non diresse più nessun altro film.
La versione di Shimura non inizia su un’isola ma nella cittadina di Hakone, in Giappone, dove un giovane impiegato di una società commerciale Kizaki (Utsui Ken) consegna dei documenti al presidente della società. Quella notte stessa il presidente viene assassinato e la cassaforte della società viene svaligiata. Il giorno dopo, Kizaki prende commiato dalla fidanzata Natsuki (Maeda) e dal direttore amministrativo della società Asanuma (Fujita Susumu), che si imbarcano su una nave per gli Stati Uniti. Poco dopo viene arrestato e accusato dell’omicidio del presidente, mentre sulla nave arriva un telegramma in cui si chiede che Natsuki sia trattenuta perché sospettata di essere complice di Kizaki.
In realtà, è stato Asanuma a complottare l’omicidio e il furto assieme a Noguchi (Tanba Tetsuro), il suo giovane e cupo sottoposto. Quando un Asanuma dallo sguardo bramoso dice a Natsuki che testimonierà in suo favore se lei sarà gentile con lui, la donna gli resiste - e finisce in mare.
Quando la rivediamo, Natsuki è sulla spiaggia di un’isola tropicale, sfinita, e viene rianimata da cinque naufraghi giapponesi, molti dei quali hanno lo stesso sguardo bramoso di Asanuma.
Lei sfugge ai loro assalti grazie all’aiuto dell’anziano Ishizuka (Sawai Saburo) e del suo futuro genero Yamauchi (Amachi Shigeru). Poi, tuffandosi lungo la costa, Natsuki trova perle in quantità sufficiente a renderla ricca e, dopo che lei e gli altri naufraghi vengono tratti finalmente in salvo, anni dopo, vende le perle e diventa famosa come “la regina delle perle”. Lei è anche a conoscenza di fatti che permetteranno a Kizaki di tornare in libertà, e architetta una trappola per i veri criminali.
Benché lei non fosse una vera attrice, il portamento eretto ed elegante dell’alta e formosa Maeda - anche quando fuggiva a seno nudo dagli aspiranti violentatori - giustificava pienamente l’appellativo di “regina”. E ovviamente, essere Au naturel, le veniva naturale.
Mark Schilling