Il titolo inglese Seven 2 One si riferisce alle sette storie separate che compongono il film, e che convergono in un unico evento: una rapina in un minimarket. Dopo aver introdotto i protagonisti, il film passa velocemente alla rapina, durante la quale un rapinatore mascherato pretende il denaro dalla ragazza che sta al bancone del negozio (la formosa modella in bikini Chrissie Chau) prima di ingaggiare una lotta con uno strozzino (il cantante William Chan). Mentre la commessa al bancone e due clienti (Carolyn Chan e Wylie Chiu) stanno a guardare, l’usuraio viene pugnalato e il ladro fugge.
Nel frattempo, un poliziotto (James Ho della band giovanile Square) sbatte dentro un sospetto (Gary Chiu, anche lui degli Square), e altri personaggi non identificati, interpretati dal resto del gruppo musicale, appaiono in scena. Poi è il momento del flashback - ed è solo il primo di una lunga serie. Ogni flashback svela la storia di un personaggio e fornisce nuovi punti di vista, prima di arrivare al momento della rapina per poi passare a un altro flashback, e concentrarsi su un altro personaggio e sul suo punto di vista rispetto alla storia. Il tutto si ripete ad nauseam, fino a quando emerge un tutt’uno in cui tutti gli elementi sono collegati. Ricorda proprio Rashomon di Kurosawa Akira, ma senza possedere lo status di un classico del cinema.
Seven 2 One si differenzia però da Rashomon in quanto la sua struttura a flashback ha uno scopo obiettivo invece che soggettivo, e in più trasuda dello stile caratteristico del regista Danny Pang.
Pang utilizza un montaggio enfatico per dare l’avvio a ogni singolo flashback, e utilizza una musica invadente, ad alto volume, per pungolare lo spettatore. Pang aggiunge inoltre colonne sonore martellanti a scene che non le richiedono - come quando ci sono due persone sedute su un divano.
La musica enfatica fa crescere la tensione, ma crea anche dell’umorismo involontario. Il film non è costituito però solo da momenti di tensione: alcune scene sono calme e cercano il sentimento, e le forti sonorità del pianoforte o il rimbombare delle percussioni le fanno sembrare esagerate. Le scelte musicali di Pang contribuiscono a catturare l’attenzione del pubblico, ma con un arrangiamento diverso il film sarebbe stato meno stridente.
Eppure, Seven 2 One è un bel film, divertente e elegante, che procede con vivacità, mentre la ripetizione della rapina crea suspense e ogni flashback rivela ulteriori personaggi e situazioni ignote. Riassumendo: la ragazza del bancone, Chrissie Chau, detesta il suo capo libidinoso (il dj radiofonico Leo Chim), che a sua volta, sta tentando di fregare una barista (la cantante Elanne Kong). La ragazza vive con un giocatore d'azzardo compulsivo (il cantante Pakho Chow), che deve dei soldi allo strozzino interpretato da William Chan, sul quale indaga il poliziotto (James Ho). Il poliziotto ha un fratello seccante (il cantante Siu Fei), ecc, ecc.
Le molteplici storie del film si rivelano essere tutte collegate tra loro, e creano una rete di personaggi, situazioni e temi intrecciati. Non vi è nulla di estremo; sebbene vi siano diversi personaggi che popolano il lato sordido della vita, le loro storie non sono eccezionalmente violente. In ultima analisi, è la narrazione a tempi sfasati che dà il suo senso al film, manifestando intelligentemente le connessioni invisibili tra i personaggi. È tutto molto leggero, ma anche gradevole, con belle star e lo stile caratteristico di Pang; solo un pizzico di moralismo nel climax intralciare un po’ il divertimento.
Gli attori sono decisamente efficaci, pur essendo suddivisi in blocco tra la categoria dei leng mo (“giovani modelli”) e quella degli idoli delle folle. Danny Pang ha dichiarato che una delle ragioni per cui ha realizzato il film era quella di dare ai nuovi attori la possibilità di mettersi in mostra. In gran parte c’è riuscito, e molti degli attori infondono fresca vitalità ai loro (non troppo simpatici) personaggi. Seven 2 One rappresenta una presentazione efficace, e compatibile con i film di genere, della nuova generazione di talenti hongkonghesi. Incrociamo le dita e speriamo che questi giovani, così come il cinema hongkonghese, possano raggiungere nuove e più alte vette nel prossimo decennio.
Ross Chen (www.lovehkfilm.com)