The Arrival

Leo, contabile di una piccola ditta di Manila, conduce un’esistenza solitaria. La sua vita sociale in un quartiere di case popolari fatiscenti si riduce a prestare un tavolino pieghevole ai vicini beoni - intenti a giocare e confabulare di affari che non concretizzeranno mai - e a fare visita alla sorella Emma, che sta coll’ennesimo fidanzato, e alla figlia di lei, Ri-Ann, più interessata ai videogiochi che all’enorme bambola regalatale da zio Leo. Leo ha un piacevole sogno ricorrente: una bella ragazza esce da una casa, si dirige verso la cinepresa e lo bacia. Un giorno dal barbiere vede la fotografia di quella casa con l’indirizzo scarabocchiato. Ossessionato dal suo sogno, il remissivo Leo per una volta ignora le proteste del suo principale e va in ferie. Approda a Murcia, cittadina nel lontano Sud-Est di Manila, dove trova la casa che popola i suoi sogni. Subito dopo conosce un trafficone di nome Arnel e il suo amico Dick, che gli affitta una stanza per la notte. Quando vede l’attraente Melanie uscire insieme alla figlioletta dalla “casa del sogno”, Leo decide di non partire più il giorno dopo, e invece la segue fino al suo ufficio presso il Municipio cittadino. Grazie all’aiuto di Tita (zietta) Ising, una tenace maneggiona che conosce tutti quanti, Leo ottiene un lavoro nel ristorante Lilia’s Eatery, dove Melanie mangia ogni giorno. A mano a mano che il loro rapporto cresce, Leo scopre che il marito di Melanie vive a Manila e che all’apparenza sono separati. Infervorato dalla possibilità che la storia vada a buon fine, acquista una vecchia casa e paga Arnel per sistemarla. Ma Melanie vorrà stare con lui? Erik Matti - ormai uno dei cineasti più maturi e talentuosi del cinema filippino, nonché piccolo produttore - spazia con scioltezza dalle superproduzioni (Gagamboy, 2004, Exodus: Tales From The Enchanted Kingdom, 2005) alla televisione e agli spot commerciali (è socio di una delle società di post-produzione e di pubblicità più importanti di Manila), passando per film dal budget più modesto come l’horror psicologico Pa-Siyam (2004) e adesso il commovente e drammatico The Arrival. Tanto nei suoi film, da quelli colossali a quelli più semplici, quanto nei suoi protagonisti, da Junie Gagamboy a Leo, Matti insiste sul concetto di fantasia e sul ruolo che esso ricopre nella realtà. The Arrival è un film malinconico e onirico - il protagonista non solo sogna una vita più semplice, ma quando arriva a destinazione la immagina nella vita reale. Ecco uno dei punti di forza del film: Matti gioca con eloquente maestria con il suggerimento che tutto questo potrebbe essere un sogno di Leo, una fuga immaginaria dalla monotonia della sua grama vita da contabile, in cui le serate si consumano a sbrigare conti e dar da mangiare a un pesce rosso altrettanto solo. Oppure potrebbe essere “tutto vero”, come ribatte Leo a un certo punto del film rivolgendosi ai suoi nuovi amici. Di etnia Ilongo e originario della zona geografica in cui è ambientato il film, Matti ha dipinto un ritratto magnifico della vita provinciale di una cittadina, trasformandolo in un film sulle origini e sui luoghi, sull’identità e sull’amore, in un’analisi del riconoscimento e della consapevolezza. Altrettanto affascinante è la codifica della lavorazione del film: la ricerca di Leo prende l’abbrivio con il sogno di un personaggio e di un luogo, ma quando vi giunge nella realtà, il personaggio è cambiato. Il dialogo è in parte frutto dell’improvvisazione con gli attori e nel disgiungersi del sogno di Leo non è difficile scorgere il regista che inizia con un’idea in testa per poi finire con una realtà diversa.
Roger Garcia
FEFF: 2010
Regia: Erik MATTI
Anno: 2009
Durata: 103'
Stato: The Philippines