Ispirata al popolare manga comico di Aozora Daichi apparso sulla rivista Morning, la commedia di Sato Sakichi The Bugs Detective si fa beffe della tradizionale passione giapponese per il mondo degli insetti e nello stesso tempo lo abbraccia con entusiasmo. In particolare, i primi piani dei vari “personaggi” insetti sono girati con quella precisione che si vede nei documentari di Discovery Channel. Anche quando “parlano”, invece di un movimento evidentemente falso realizzato con la computer graphics, muovono le loro mandibole come se discorressero per davvero. Spaventoso... ma divertente.
Il film inizia cinque anni dopo che un’esplosione ha spazzato via Shinjuku, lasciando soltanto lo scheletro del Municipio di Tokyo, che incombe minaccioso sul paesaggio come il resto di una civiltà perduta. Nel quartiere vive ancora Yoshida Yoshimi (Aikawa Sho), una sorta di Sherlock Holmes dotato di un talento unico: parla con gli insetti. Non solo: opera al servizio del mondo degli insetti in qualità di detective privato, andando in giro a spiare le consorti fedifraghe e scovando le persone (bestioline?) scomparse.
I suoi “assistenti” sono il pappagallo Pitan e il cane Mugi, che hanno un’intelligenza all'incirca da terza elementare. Ovvero, il Q.I. richiesto per svolgere il grosso del lavoro di detective degli insetti, finché una cliente umana non chiede a Yoshida di rintracciare una certa cimice puzzolente - e chiama Yoshida “Tanaka”.
“Tanaka”, veniamo a sapere, era un impavido detective della polizia, ed era sulle tracce del bombarolo di Shinjuku quando è scoppiato l’inferno. Anche la cliente, Onahama Mari (Oyamada Sayuri), è una poliziotta - e capisce subito che Yoshida e Tanaka sono la stessa persona. Tanaka infatti è tra i dispersi. Non molto tempo dopo, Yoshida/Tanaka si imbatte in un altro detective animale, un coleottero buprestide investigatore, che gli racconta la verità, una storia sconvolgente.
Se tutto questo può sembrare la quintessenza della ridicolaggine - lo è, come d’altronde lo era l’altrettanto stravagante Tokyo Zombie (2005) di Sato, in cui Aikawa e Asano Tadanobu interpretavano due magazzinieri tonti che si ritrovano a scappare dagli zombie nati in una discarica di rifiuti tossici. Ma vi è anche uno sfondo satirico: proprio come Tokyo Zombies condanna il consumismo autodistruttivo giapponese, così The Bugs Detective spara a zero contro tutto, dai terroristi idioti ai politici facilmente manovrati.
Aikawa - soprannominato “l’imperatore dell’OV” (“original video”, ovvero “realizzato direttamente per l'home video”) per i suoi innumerevoli ruoli di polizioti e criminali duri e imperturbabili nei film di Miike Takashi e altri - qui più che dedicarsi alle scorrerie nei quartieri poveri dà libero sfogo al suo fanatismo per gli insetti. Di fatto si è imbarcato nel progetto soltanto dopo aver letto il fumetto ed essersi persuaso che coincideva con i suoi interessi entomologici.
Aikawa non passa tutto il film in “modalità docile”: ogni tanto sguinzaglia il suo caratteristico sguardo truce o scuote l'impermeabile con il tipico svolazzo, come a mostrarci che c’è qualcosa di più sotto il suo personaggio stravagante, oltre che per ricordarci chi lo sta interpretando.
The Bugs Detective è un piacevole svago mentale dalla logica quotidiana - soprattutto se la vostra idea di relax è quella di guardare due coleotteri che fanno sesso appassionatamente. Oppure Aikawa che scambia battute di spirito con un pappagallo parlante.
Mark Schilling