Vampire Bride

Ikeuchi Junko era diventata famosa alla Shintoho per la sua immagine fresca e semplice. Tuttavia venne scelta per interpretare l’horror di Namiki Kyotaro Vampire Bride (Hanayome Kyuketsuma, 1960) da Okura Mitsugu, il capo della Shintoho, che voleva punirla per essersi sposata contro il suo volere: quando il matrimonio finì e Ikeuchi tornò alla Shintoho, dovette subirne le conseguenze.
Ikeuchi interpreta Fujiko, studentessa in una scuola di buyo (balletto giapponese) e amica di altre quattro ragazze: Eiko (Seto Reiko), Kiyoko (Amakusa Hiroko), Rie (Mita Yasuko) e Sanae (Yashiro Kyoko). Eiko, però si ingelosisce quando Ota (Takamiya Keiji), un giornalista che le piace, sposta le sue attenzioni su Fujiko. Rie, che va pazza per il collega di Ota, Mitsutake (Terashima Tatsuo), inizia a odiare Fujiko quando anche Mitsutake si innamora di lei. E infine, quando Fujiko viene scritturata per un ruolo da protagonista in un film per il quale si era presentata anche Kiyoko, indovinate un po’ chi altri non è felice.
Le sue tre rivali dell’ignara Fujiko tramano per spingerla giù da una rupe, ma lei miracolosamente riesce a sopravvivere, seppur sfigurata da un’orribile cicatrice. Dopo che i suoi sogni di gloria sono ormai svaniti, Fujiko viene ulteriormente sconvolta dal suicidio di sua madre. Mossa dal bisogno estremo di trovare sollievo alle sofferenze della sua vita, si rivolge a una fattucchiera (Satsuki Fujie) che vive tra le montagne e, dopo essere stata sottoposta a un rituale magico che ne provoca la morte temporanea, Fujiko ritorna in vita come mostro irsuto e munito di zanne.
Poco tempo dopo, Kiyoko, che ora è una diva del cinema, ed Eiko, ormai diventata una modella, incontrano Sayoko, una ragazza che è la sosia perfetta di Fujiko, creduta morta, e presto diventa evidente che Sayoko non è una sosia, bensì la vera Fujiko sotto nuove sembianze.
Ma per quanto Sayoko desideri una vita tranquilla e pacifica, non riesce a controllare il mostro che è dentro di lei e che vuole vendicarsi delle sue persecutrici.
Le trasformazioni da donna a mostro non sono certo tecnologicamente avanzate, e sono realizzate solo attraverso un gioco di dissolvenze e inquadrature di Sayoko sempre più irsuta. Più interessante risulta la transizione psicologica di Ikeuchi da donna normale a mostro implacabile: la reazione iniziale è di orrore e disgusto nei confronti del proprio corpo che cambia - ma, una volta completata la trasformazione, lei gode del nuovo potere acquisito.
Questo ruolo a Ikeuchi non piaceva, ma le servì a superare il cliché della brava ragazza dei personaggi che l’avevano resa famosa all’inizio della sua carriera, e resta tra i suoi ruoli più memorabili.
Mark Schilling
FEFF: 2010
Regia: Kyotaro NAMIKI
Anno: 1960
Durata: 80'
Stato: Japan

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