Cannonball Wedlock

Chie (Yoshitaka Yuriko), una impiegata nubile ventiquattrenne, non aspetta passivamente il Principe Azzurro né, come ai tempi della nonna, di farsi presentare dai genitori, ma, con l’obiettivo di ampliare il proprio piacere su questa terra, si destreggia tra cinque uomini diversi, bazzicando chiunque stimoli la sua immaginazione, o soddisfi certi bisogni.

Ci sono il mellifluo cinquantaquattrenne proprietario di un salone di bellezza (Enoki Takaaki), che sottoscrive i suoi progetti di vacanze all’estero, il gestore alto e macho di un negozio di moto (Aoki Munetaka), che la porta in giri rilassanti, l’arruffato studentello universitario (Yoshimura Takuya), che è carino fino all’impossibile, e il responsabile commerciale divorziato (Kase Ryo), che ascolta pazientemente tutti i suoi problemi.

E infine c’è Takumi (Hamano Kenta), un tipo intraprendente, rozzo e grassoccio, che lavora in un panificio e sembra non avere alcuna qualità, eccetto la sua familiarità rilassata (anche se Chie non è  elettrizzata dal fatto che lui si faccia la doccia nell’appartamento di lei come se fosse in palestra).

Poi la migliore amica di Chie, Toshiko (Anne) annuncia che sta per sposarsi - e consiglia anche a  Chie di prendere in considerazione l’idea del matrimonio. Lei non dà alcuna importanza al suggerimento (la libertà è meravigliosa!), ma inizia ad avere qualche ripensamento alla vista del volto radioso di Toshiko durante la cerimonia.

Sempre pragmatica, escogita un piano: cancellare dalla lista, a uno a uno, i suoi spasimanti e sposare l’ultimo che rimane. Ovviamente, il primo a sparire è Takumi.

Visto che Cannonball Wedlock (Konzen Tokkyu), opera prima del regista esordiente Maeda Koji è una screwball comedy, e che la protagonista è talmente, e ovviamente, piena di sé, sappiamo sin dall’inizio che il suo splendido piano finirà per ritorcersi contro di lei. Quello che ancora non conosciamo è come l’ingegnosa sceneggiatura di Maeda e Takada Ryo (che ha adattato il suo romanzo per il grande schermo) cambi spesso direzione e diventi non solo divertente, ma anche autentica.

Le brutte commedie screwball partono dal presupposto che il semplice fatto di essere svitate, di sfidare le convenzioni e il buon senso sia divertente - quando invece è soprattutto stancante. Maeda e Takada sanno che la screwball comedy ha una sua logica e la seguono scrupolosamente nella costruzione delle loro comiche rese dei conti e di un finale che ha perfettamente senso. O, meglio, un senso perfettamente assurdo.  

Inoltre, invece di imitare pedissequamente la formula hollywoodiana, essi aggiungono elementi tipicamente giapponesi, come la scena in cui il responsabile commerciale e Takumi si scambiano gioiosamente citazioni dal Manyoushu (una raccolta di poesie vecchia di milletrecento anni che un tempo i giapponesi colti conoscevano a memoria), davanti a un’annoiata e sconcertata Chie.

Provate a immaginare due tizi in un film hollywoodiano sull’amicizia virile che citano sonetti di Shakespeare mentre la donna che si stanno visibilmente contendendo monta silenziosamente su tutte le furie. Non accadrebbe, vero? Ma in Cannonball Wedlock, questa scena rende i personaggi più comprensibili al pubblico, anche se non apprezzabili in tutto. Vale a dire che la scena ne mette in luce sfaccettature diverse, e non sempre lusinghiere.

Yoshitaka Yuriko, che ha esordito come attrice con lo sconvolgente Noriko’s Dinner Table di Sono Sion (Noriko no Shokutaku, 2006), che le è valso anche un premio, interpreta Chie come un misto tra un’affascinante scervellata e una principessa egocentrica, vale a dire piacevole e detestabile in egual misura e, a volte, nello stesso istante. Yoshitaka riesce a mantenere questo difficile equilibrio senza sforzi apparenti, un po’ come Bill Murray, che in Ricomincio da Capo è riuscito a trasformare il suo insopportabile meteorologo in una parvenza di essere umano.

Un’ottima interpretazione è anche quella del rocker Hamano Kenta nel ruolo di Takumi, l’uomo usa e getta che però sa anche essere determinato. Un comico professionista forse avrebbe interpretato il personaggio esclusivamente come uno sciatto perdente che diventa fortunato; Hamano, invece, gli conferisce una fiducia da vincitore che sconfina nell’arroganza. E comunque, come candidato romantico è un po’ una forzatura, sebbene sia solo il quinto della lista di Chie.

Il titolo giapponese, Konzen Tokkyu (t.l.: “Treno espresso prematrimoniale”) potrebbe essere una strizzata d’occhio alle serie di successo Ressha (Train, 1967-68) e Ryoko (Journey, 1968-72) del maestro giapponese della commedia screwball, Segawa Masaharu. I loro protagonisti, Atsumi Kiyoshi (Train) e Frankie Sakai (Journey), non somigliavano granché a Clark Gable (dal quale prende le mosse la prima screwball comedy, Accadde una notte, 1934), mentre le loro controparti femminili, tra le quali la super-carina Baisho Chieko (Journey), erano decisamente superiori a loro per aspetto fisico e, spesso, classe.

Chissà se anche Maeda trasformerà il suo brillante debutto in una serie. È improbabile. Ma sono accadute cose ben più folli. O no?
Mark Schilling
FEFF: 2011
Regia: MAEDA Koji
Anno: 2011
Durata: 107'
Stato: Japan

Photogallery