Under the Hawthorn Tree

“I can’t wait 13 months for you; I can’t wait till I’m 25; but I can wait for you my entire life.” Cina, Rivoluzione Culturale, primi anni Settanta. Nel villaggio di Xiping sulle sponde del fiume Azzurro un albero di biancospino viene venerato in ricordo dei patrioti cinesi che durante la guerra di resistenza contro il Giappone furono impiccati ai suoi rami dalle truppe degli invasori. Un gruppo di studenti liceali arriva dalla città per essere “rieducati” dai contadini a seguito della direttiva di Mao di “costruire le classi nei campi”.

La giovane Jinqiu, il cui padre langue in prigione e la cui madre, pur malata, è costretta a lavorare come inserviente nella scuola in cui originariamente insegnava perché accusata di essere di destra, viene alloggiata nella casa del capo villaggio. Qui conosce Jianxin, giovane geologo figlio di un militare di alto rango ed orfano di madre, morta suicida a seguito della persecuzione politica. L’immediata attrazione tra i due si trasforma rapidamente in una intensa ma impossibile storia d’amore... Under the Hawthorn Tree segna il periodico ritorno di Zhang Yimou ad un cinema semplice - ma non semplicistico - dopo i fasti dei suoi ultimi film di cappa e spada. Il film è tratto dall’omonimo romanzo della scrittrice Ai Mi (2007), ispirato alla vita reale di una giovane cinese che dopo la Rivoluzione Culturale condivise con la scrittrice i propri ricordi. 

Nonostante la narrazione sia impostata esclusivamente sulla storia d’amore tra i due giovani - il regista ha dichiarato di sperare che il film aiuti chi vive in una società consumistica a riflettere sul vero significato dell’amore - il contesto storico e sociale dell’epoca emerge chiaramente attraverso una dovizia di dettagli nei dialoghi, nelle ambientazioni, nei costumi. Il film parla chiaro sulla situazione della Cina durante la Rivoluzione Culturale, ma accenna anche a tragedie più recenti quali la scomparsa di intere città, villaggi e memorie storiche - come l’albero di biancospino - immolati sull’altare della modernizzazione.

L’amore tra i due giovani protagonisti del film in un certo senso sembra voler dimostrare che anche in una situazione di abbrutimento morale e psicologico come quella della Rivoluzione Culturale è possibile provare sentimenti puri e mantenere lo spirito integro. Ed è quasi impossibile per lo spettatore non commuoversi davanti a piccoli gesti come due mani che si toccano timidamente e che trasmettono l’intensità di un amore giovane ed assoluto.

La colonna sonora accompagna perfettamente la narrativa, evocando sentimenti quali l’innocenza e la purezza; come del resto la fotografia, limpida e trasparente come i sentimenti dei due protagonisti. La giovane attrice diciottenne Zhou Dongyu - che dopo un esordio così convincente molti ritengono diventerà la prossima Zhang Ziyi - è stata scelta dopo una lunghissima selezione tra 10.000 candidate per il ruolo di una giovane innocente, non ancora consapevole della propria bellezza, onesta e determinata.

Un senso di profonda tristezza pervade il film, anche nelle scene in cui i due giovani innamorati sono assieme e felici. Quasi un presentimento del destino che li aspetta, o una malinconia che appartiene non solo alla loro storia personale, ma alla Storia di un popolo.
Maria Barbieri
FEFF: 2011
Regia: ZHANG Yimou
Anno: 2010
Durata: 115'
Stato: China

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