Silenced

A volte, il dramma che sovrasta l’uscita di un film mette in ombra quello contenuto nel film stesso. Di solito questo è un cattivo segno, ma nel caso di Silenced era esattamente ciò che gli autori avevano sperato accadesse. Il film si apre con il protagonista In-ho (Gong Yoo) che in auto si dirige verso sud per andare a prendere servizio come insegnante di educazione artistica in una scuola per non udenti. Vi arriva imbevuto di fervore idealistico, ma rimane sconvolto dalle condizioni dei suoi giovani allievi, che si ritraggono alla sua presenza con espressioni tormentate e piene di angoscia e che in alcuni casi hanno spaventosi lividi e tagli su viso e corpo. Quando una notte In-ho assiste a un episodio in cui un suo collega chiude un allievo in una lavatrice, interviene e porta lo studente all’ospedale, dove scopre che il ragazzo, insieme a molti altri, è stato per anni oggetto di violenza sessuale da parte di insegnanti e funzionari dell’istituto scolastico. Silenced si ispira a un reale fatto di cronaca, il che rende la storia, già di per sé sinistra, ancora più spaventosa di quanto sarebbe altrimenti. Tuttavia l’elemento centrale del film non è tanto quello di svelare il crimine, di cui si era già molto parlato sulla stampa a metà degli anni 2000: il cuore della storia risiede negli sforzi delle vittime per consegnare i loro aggressori alla giustizia di un tribunale. In questo esse vengono aiutate da In-ho e dall’attivista per i diritti umani Yu-jin (Jung Yu-mi), che fanno entrambi grossi sacrifici a livello personale per votarsi a questa causa. La combinazione di una regia mirata, di un soggetto straziante e del fatto che sappiamo trattarsi di una storia vera fa della visione di Silenced un’esperienza particolarmente forte. Non sorprende che gli spettatori ne rimangano turbati, ma praticamente tutti gli osservatori sono stati presi alla sprovvista dall’enorme interesse pubblico e dalle forti emozioni che hanno salutato l’uscita del film. Per certi versi Silenced è debitore del suo successo travolgente (4,7 milioni di biglietti venduti) al romanzo online dal quale è stato tratto. Scritto da Gong Ji-young, uno dei più famosi autori coreani, The Crucible (“La prova del fuoco”, che è anche il titolo originale coreano della pellicola) ha registrato 16 milioni di contatti quando è stato pubblicato a episodi su Internet nel 2009. Molti di questi lettori sono stati tra i primi a vedere il film e hanno contribuito a generare un passaparola lusinghiero. Malgrado il grande numero di lettori, però, l’impatto del romanzo sulla vita reale non è neanche lontanamente paragonabile a quello del film. Forse questo ha a che vedere con la natura stessa del mezzo cinematografico, che richiama frotte di persone che si siedono le une accanto alle altre per vivere il film insieme in modo collettivo. Nelle sue prime due/tre settimane di permanenza in sala, Silenced ha prodotto una pioggia di commenti su Internet e richieste sempre più insistenti di fare qualcosa per risolvere le questioni sollevate dal film. Con i riflettori puntati addosso, i politici coreani hanno velocemente approvato un progetto di legge per dare ulteriore protezione ai disabili e a tutte le persone a rischio di violenza sessuale. Il merito per uno dei successi più incoraggianti del 2011 dovrebbe essere condiviso dal regista Hwang Dong-hyuk, che ha conferito particolare intensità drammatica alla pellicola, con gli eccezionali attori. Il popolare divo Gong Yoo è un protagonista efficace in quella che è di gran lunga la sua interpretazione migliore fino ad ora. La sua empatia verso i bambini e la sua lotta interiore quando dubita di se stesso nei momenti di maggiore debolezza sono totalmente convincenti. E anche Jung Yu-mi, una delle giovani interpreti coreane più talentuose e sottovalutate, pur avendo un ruolo di minor rilievo, trasmette un forte senso di indignazione e di determinazione che fa da spina dorsale alla pellicola. Infine, è necessario tributare un elogio anche all’attore Jang Gwang che, nel ruolo dei due diabolici gemelli che amministrano la scuola, è diventato per un po’ l’uomo più odiato della Corea. Speriamo che le emozioni viscerali suscitate dalla sua interpretazione non influiscano negativamente sulla sua carriera futura.
Darcy Paquet
FEFF: 2012
Regia: HWANG Dong-hyuk
Anno: 2011
Durata: 125'
Stato: South Korea

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