La Guerra di Corea iniziò nel giugno del 1950 e si concluse nel luglio 1953, ma tutte le drammatiche avanzate e ritirate attraverso la penisola coreana ebbero luogo durante il primo anno. Dal luglio del 1951 fino alla fine della guerra, si arrivò a un punto morto e non ci fu praticamente nessuno scambio di territori. Questo però non significa che non ci fossero combattimenti: anche mentre i negoziati per l’armistizio si trascinavano, i soldati che si trovavano al fronte combattevano disperatamente per accaparrarsi porzioni anche minime di territorio perché tutti sapevano che, una volta firmato l’armistizio, la linea del fronte avrebbe costituito il nuovo confine tra il Sud e il Nord.
The Front Line si svolge su una delle tante colline che furono accanitamente contese tra i due eserciti che si fronteggiavano durante quel biennio. Mentre molti film di guerra sono ambientati in ampie fasce di territorio, in questo i soldati vanno su e giù per la stessa collina, avanzando e battendo in ritirata in mezzo a scene di sanguinosi massacri finché tutti quegli sforzi cominciano a sembrare insensati e assurdi. Uno scenario appropriato per una pellicola il cui scopo è quello di illustrare il costo della guerra in termini di vite umane, dando poca enfasi alle questioni nazionaliste o alle prodezze virili.
Gang Eun-pyo (interpretato dal versatile Shin Ha-kyun di No Mercy for the Rude) è un tenente mandato alla Collina Aero-K per investigare su alcune losche attività fra i soldati sudcoreani. Pare che il precedente capitano della compagnia sia stato ucciso dalle sue stesse truppe e inoltre sembra che una lettera mandata da un soldato nordcoreano alla madre nel Sud sia stata spedita da qui. I suoi superiori sospettano che dietro ci sia la mano di un simpatizzante comunista. Gang arriva e scopre un bel campionario di soldati esausti e disillusi. Ritrova anche il suo compagno di università Kim Soo-hyuk (Ko Soo), il quale appare drasticamente cambiato dopo essere stato per qualche tempo prigioniero dell’esercito nordcoreano.
The Front Line è un film del regista emergente Jang Hun (Secret Reunion, Rough Cut), tratto da una sceneggiatura di Park Sang-yeon, che ha scritto anche il romanzo da cui era stato tratto JSA di Park Chan-wook (2000). Uno dei punti di forza della pellicola è la sua riluttanza a prendere posizione e la sua tendenza a comprendere le complessità morali della guerra invece di coinvolgere lo spettatore attraverso contorsioni melodrammatiche.
Il cast corale permette anche a un gruppo di attori di eccezionale talento di avere un grosso impatto. Shin Ha-kyun è uno dei migliori attori del cinema coreano attuale e, sebbene la sua funzione narrativa sia innanzitutto quella di un osservatore, la sua presenza solida rende stabile il film. Ko Soo (Haunters), attualmente al culmine della popolarità, trasmette al personaggio di Soo-hyuk una spacconeria leggermente insicura. L’attore emergente Lee Je-hoon (Bleak Night) ha vinto molti premi coreani per il suo ritratto del giovane morfinomane al comando della compagnia. Ryu Seung-ryong (Possessed) è una figura imponente nel ruolo di comandante delle truppe nordcoreane e, sebbene la scelta di affidare il ruolo di un letale cecchino nordcoreano alla giovane stellina Kim Ok-vin (Thirst) appaia poco convincente, la sua interpretazione non può essere criticata.
Considerata una delle produzioni di maggior rilievo dell’estate 2011, The Front Line ha deluso le aspettative al botteghino, anche se 2,9 milioni di biglietti non si possono certo definire un fiasco. Non è difficile indovinarne la ragione: malgrado il potere divistico e le capacità tecniche dispiegati, l’atmosfera cupa del film e le incessanti e alienanti sequenze di battaglia difficilmente danno come risultato un prodotto di evasione adatto ai multisala. Particolarmente criticata è stata la durata del film (133 minuti) ed è un peccato che il regista Jang non abbia realizzato un film un po’ più serrato. Eppure, nel mucchio dei recenti film coreani sulla guerra, che comprendono My Way (2011) e71: Into the Fire (2010), questo è senz’altro un titolo di spicco, che farà parlare a lungo di sé
Darcy Paquet