Comrade Kim Goes Flying

Coproduzioni tra Corea del Nord, Belgio e Gran Bretagna sono una cosa rara al giorno d’oggi. All’industria cinematografica nordcoreana, controllata dallo Stato, non capita spesso di affiancarsi a produttori stranieri per realizzare film da proiettare nelle sale di tutto il paese per il pubblico locale. Ma a volte accade: tra gli esempi ricordiamo la coproduzione nordcoreana-giapponese Somi – The Taekwondo Woman (1997) e la coproduzione cinese-nordcoreana The Secret of Rikidozan (2005). Comrade Kim Goes Flying è però un caso unico nel suo genere. Nicholas Bonner, di origini britanniche, vive a Pechino dal 1993 e gestisce la Koryo Group che organizza diversi tipi di scambi culturali con la Corea del Nord. Negli ultimi anni si è associato con il regista Daniel Gordon per girare in Corea del Nord una serie di acclamati documentari, tra cui The Game of Their Lives (2002), A State of Mind (2004), e Crossing the Line (2006), diventati tutti molto famosi sia in Corea del Nord che a livello internazionale.

L’idea per Comrade Kim Goes Flying è stata sviluppata da Bonner e dalla produttrice belga Anja Daelemans nel 2006, ed è stata inizialmente concepita come cortometraggio. Dopo aver parlato del progetto con la produttrice nordcoreana Ryom Mi-hwa, con la quale Bonner aveva collaborato per i suoi documentari, due sceneggiatori nordcoreani hanno iniziato a scrivere la sceneggiatura. Malgrado la storia fosse stata inizialmente rifiutata dagli studi cinematografici statali in quanto “troppo poco realistica”, Ryom alla fine è riuscita a far approvare il film dopo varie riscritture della sceneggiatura dopo aver ricevuto il sostegno dell’affermato regista Kim Gwang-hun. Il film è stato girato con tre registi e due acrobati del Circo di Pyongyang nel ruolo dei protagonisti. La postproduzione è stata fatta in Belgio, e ciò dà al film quell’aspetto patinato che generalmente manca ai normali film nordcoreani.

La storia gira attorno a Kim Yong-mi, una giovane donna delle province che lavora in una miniera di carbone ma sogna di diventare una trapezista. Quando le viene dato l’incarico di lavorare a un progetto immobiliare a Pyongyang, se la svigna al Circo di Pyongyang e riesce a conoscere l’eroina della sua infanzia, la famosa trapezista Ri Su-yon. Ri la incoraggia a sostenere un’audizione per il circo, ma senza alcun previo allenamento, lei fa una brutta figura.

L’arrogante divo del trapezio Pak Jang-phil la prende in giro dicendole che i minatori devono stare sottoterra, non per aria. Ma Yong-mi non è una che si arrende facilmente.

Comrade Kim Goes Flying rappresenta un’esperienza visiva memorabile. Il film contiene uno sguardo dall’interno alla Corea del Nord che certamente non riflette le esperienze reali e quotidiane dei suoi cittadini, ma che nondimeno è affascinante. La protagonista Han Jong-sim, qui alla sua prima esperienza come attrice, ha un carisma positivo che risulta contagioso. Come film, è davvero piacevole, e si differenzia della maggior parte dei film nordcoreani in quanto è incentrato su un’unica protagonista femminile i cui sogni e le cui ambizioni sono essenzialmente personali. Tuttavia, per altri aspetti, gli sceneggiatori nordcoreani hanno infuso al film un sapore distintamente locale.

Mentre si guarda questo film, due sono le difficili domande che affiorano alla mente. La prima è: questo film è “autentico”? Il suo stile non è del tutto  nordcoreano e non è del tutto occidentale. Non ho potuto fare a meno di chiedermi se il fascino pacchiano del film sia indirizzato soprattutto a un pubblico nordcoreano oppure occidentale. Ma forse per quest’opera dalla collocazione unica dovremmo prendere per buona l’affermazione di Bonner secondo cui il film era destinato a entrambi, e soprattutto al pubblico nordcoreano comune.

La seconda domanda è: si tratta di propaganda? Se consideriamo il suo contenuto esplicito, la risposta è no. A prima vista, è la storia del trionfo personale di una donna. Ci si potrebbe chiedere se i colori sgargianti e la prospettiva rosea dell’esistenza nordcoreana funzionino come una sorta di propaganda indiretta e subliminale. (Anche se penso che chi si pone questa domanda dovrebbe riconoscere che le società di produzione e quelle pubblicitarie occidentali sono molto più abili in questo tipo di “propaganda subliminale” di quanto lo saranno mai gli studi cinematografici nordcoreani.) Forse Comrade Kim Goes Flying fornisce sostegno morale a un regime dittatoriale e altamente oppressivo? La risposta potrebbe sembrare evasiva, ma credo davvero che il pubblico dovrebbe guardare questo film e decidere da solo.

Darcy Paquet
FEFF: 2013
Regia: KIM Gwang-hun, Nicholas BONNER, Anja DAELEMANS
Anno: 2012
Durata: 81'
Stato: North Korea

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