Countdown

Cosa vi aspettereste di ricevere da Gesù se venisse a casa vostra la sera di San Silvestro? Un sermone, un dolce, una benedizione che vi permetta di ricominciare da zero all’arrivo del nuovo anno? Forse no. Jesus, il Gesù di Countdown, distorce tutte le immagini sacre che conosciamo. Personaggio che va oltre le aspettative di chiunque, questo Jesus – che si pronuncia He-sus – potrebbe essere un burlone, uno psicopatico, un Redentore o un riflesso del vostro passato.

Stranamente, stavolta Gesù è uno spacciatore di droga con tanto di biglietto da visita.  La sera di San Silvestro, tre viziati coinquilini thailandesi – Bee, il suo ragazzo Jack e Pam – nel loro appartamento di New York chiamano Jesus per farsi consegnare un regalo speciale. È la loro prima e ultima chiamata, a un numero di telefono recuperato da un mosaico di biglietti da visita stracciati, lasciati da un amico thailandese. L’ultima cifra però non si trova, devono tirare a indovinare. A prima vista sembra che abbiano trovato il Jesus che cercavano. Alle nove di sera Jesus suona alla porta: è un giovane sulla trentina, con i baffi e i capelli lunghi, sembra americano e non ha nessun accento. È un tipo divertente e socievole, così lo fanno entrare, chiacchierano e si divertono. Nell’attesa del conto alla rovescia, Jesus tira fuori dalla giacca una Bibbia. Gli amici  lo fischiano, finché non apre la Bibbia.  La stanza è piena di fumo e di risate, quando improvvisamente il campanello suona nuovamente. Nel panico più totale Jesus si precipita in bagno, pensando che sia la polizia, ma è solo il fattorino delle pizze e a Jesus non fa piacere che tutti si mettano a ridere. E’ allora che comincia il vero conto alla rovescia.  Countdown, lungometraggio d’esordio di Nattawut Poonpiriya, evoca un teso espressionismo moderno. La sua trama potrebbe ricordare vari famosi thriller hollywoodiani ma Poonpiriya la confeziona sapientemente con un sofisticato tema di dualità – tra cristianesimo e buddhismo, convinzioni thailandesi e americane, tensione e dramma. I fatti vengono continuamente capovolti. In un primo momento, l’uomo di Dio è mostrato in stretta connessione con diversi simboli peccaminosi, quali droga, psicosi e crudeltà. Ma il suo improvviso cambiamento di identità, in seguito al quale si scopre che parla correntemente il thailandese (sempre senza accento) rivela che Jesus è in realtà un uomo di giustizia. Egli è venuto a chiedere ai tre peccatori di pagare i debiti del loro passato. Jesus è davvero un portatore del karma.   Il giovane regista Poonpiriya sa come trovare il ritmo giusto per far procedere il film con la giusta tensione, e ordisce la trama in modo imprevedibile. Stuzzica ripetutamente pubblico e personaggi con un montaggio insolito e con i movimenti di macchina. In una scena in cui Jesus picchia e strangola Jack, minacciandolo in inglese americano, la macchina da presa si sposta improvvisamente intorno a Jesus – verso l’alto, verso il basso, poi gli gira attorno con movimenti circolari. Senza preavviso, Jesus inizia improvvisamente a parlare speditamente in thailandese e, proprio come i tre ragazzi, anche noi del pubblico siamo confusi sull’identità di questo Jesus.  I sentimenti contrastanti combattono sempre l’uno contro l’altro. Nella maggior parte delle scene ci si sente tesi, poi, all’improvviso, tristi. Odiamo Jesus e stiamo dalla parte dei tre coinquilini, ma poi le nostre emozioni si trasformano all’improvviso quando vengono rivelati i loro peccati. Countdown è un film di sorprese, ben servito dall’uso sapiente del linguaggio filmico da parte di Poonpiriya e dalla superba recitazione degli attori principali. Il thailandese-americano David Assavanond sembra nato per il ruolo di Jesus: è altrettanto convincente come crudele psicopatico e come paladino della giustizia. In questo film Jesus e Assavanond sono moderni Redentori all’interno del nuovo ordine mondiale. 
Anchalee Chaiworaporn
FEFF: 2013
Regia: Nattawut "Baz" POONPIRIYA
Anno: 2012
Durata: 95'
Stato: Thailand

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