Ispirato alla novella dallo stesso titolo (“Diecimila frecce trafiggono il cuore”) della scrittrice Fang Fang, il film ambientato a Wuhan, nel cuore della Cina, in un’estate di metà anni Novanta ci racconta la storia di una famiglia come un’altra che affronta difficoltà, sacrifici, incomprensioni. In Feng Shui entriamo nel cuore della famiglia Ma per esaminarne le dinamiche, le contraddizioni e le complessità. Sin da subito si percepisce una certa tensione in famiglia.
La incontriamo mentre si appresta a traslocare in un appartamento assegnato a Ma Xuewu dalla fabbrica dove lavora come caposquadra. La tensione si fa sempre più accesa sin dalle prime battute. L’atteggiamento aggressivo della moglie Li Baoli crea momenti di umiliazioni a Ma Xuewu anche in presenza di estranei. Sembra essere l’ennesima scenata. Il trasloco in un nuovo appartamento spazioso e confortevole che per Li Baoli vuole essere un segnale positivo conquistato a fatica diventa l’inizio di una serie di eventi drammatici che si abbattono sulla famiglia, a cominciare dalla rottura tra i coniugi. La richiesta di divorzio da parte del marito è una freccia tanto dolorosa quanto incompresa. Li Baoli si confida con l’amica d’infanzia Xiaojing, anche lei in crisi da anni con il marito Liu Dongfeng. I tentativi di Li Baoli di riconciliarsi con Ma Xuewu vanno nella direzione sbagliata quando cerca di coinvolgere il figlio di otto anni Ma Wenzhao, detto Xiaobao, nella loro crisi di coppia. Quella richiesta di divorzio e le notti trascorse fuori con la scusa di straordinari al lavoro creano il feroce sospetto che il marito in realtà la tradisca, un’altra freccia nel cuore di Li Baoli che non si arrende all’idea di perderlo. Seguendo il marito dopo il lavoro, i suoi sospetti si materializzano davanti ai suoi occhi quando Ma Xuewu in compagnia di una collega di lavoro, Zhou Fen, varca la soglia di un motel a ore. Li Baoli è annientata dalla verità. Addolorata ed umiliata, denuncia alla polizia attività di prostituzione nel motel in una telefonata anonima. La polizia interviene. Il dolore di Li Baoli non si quieta ma le da la possibilità di riprendere il controllo in famiglia e l’illusione che tutto forse ritornerà come prima. Invece si rivela un’altra occasione per umiliare il marito. La sua aggressività si manifesta ancora di più ai danni di Ma Xuewu. Neanche Xiao Jing riesce a farla riflettere sulle conseguenze disastrose del suo temperamento. La visita della suocera a tempo indeterminato peggiora la situazione, la tensione in famiglia diventa insopportabile, l’infelicità regna totale. In questo stato di cose, Ma Xuewu torna a cercare Zhou Fen per scusarsi e per manifestarle il suo affetto, la donna sembra però non volere più le sue attenzioni. Quello stesso giorno arriva la notizia del licenziamento causato dall’imbarazzo arrecato alla fabbrica per essere stato beccato dalla polizia in attività extraconiugali. Lo shock per Ma Xuewu è irreversibile. La notizia del suicidio raggiunge Li Baoli nel negozio dove lavora, nel mercato all’ingrosso di Han Zheng Jie. Nella nota alla famiglia, lasciato da Ma Xuewu, nessun messaggio per Li Baoli. Il suicidio innesca in lei una rabbia inconsolabile e nel figlio un rancore crudele.
Xiaojing trova l’occasione per spiegarle che tutte quelle incomprensioni, difficoltà e dolori che la famiglia sta affrontando possano dipendere dalla posizione del nuovo appartamento in cui hanno traslocato. Secondo il feng shui quell’appartamento avrebbe tutte le caratteristiche per causare infelicità in famiglia secondo il detto “Diecimila frecce trafiggono il cuore”. Ma per Li Baoli l’unica vera grande preoccupazione è il mantenimento della famiglia, il figlio e la suocera. Dieci anni dopo, Li Baoli non lavora più al negozio ma come portantina al mercato. Sacrifici, stenti e il dolore sommesso per un figlio che ha preso le distanze da lei sono una costante. Le attenzioni di Jianjian, che torna a bazzicare per il mercato dopo essere uscito di prigione, si fanno sempre più insistenti sebbene le resistenze di Li Baoli che in tutti quegli anni non si è concessa nessuna distrazione, nessuna consolazione. Nonostante tutte le apprensioni della madre nei confronti del figlio perché non gli manchi nulla, perché si dedichi allo studio, perché abbia un futuro promettente, un’altra freccia è pronta a scoccare quando, passati gli esami brillantemente, Xiaobao le manifesta tutto il suo rancore e il suo odio cacciandola via di casa. A dieci anni di distanza, Li Baoli rivive la stessa freddezza che il marito le aveva fatto provare. Addolorata e umiliata, ancora una volta incompresa, non riesce a darsi pace, ma una notte trascorsa vagabondando per la città le da la forza e la ragione di continuare da madre a sacrificarsi per il bene del figlio. La tensione che regna in famiglia ci trasporta per tutto il film senza tregua fino alla fine. I personaggi sono degli universi incompresi che non trovano nel linguaggio in cui si esprimono il modo di comunicare le loro emozioni e i loro sentimenti alle persone più care. Il dolore che sia quello di Li Baoli, o di Ma Xuewu, o del figlio o della nonna non trova altra soluzione se non prendendo le distanze dagli altri, come se il tempo non aiutasse nessuno di loro a maturare o a mitigare quel dolore. Wang Jing esplora la complessità dell’animo umano nel suo manifestarsi, incompreso o equivocato dall’individualità o dalla personalità di ognuno dei personaggi. I rapporti di coppia, i rapporti generazionali, i rapporti familiari esplorati al microscopio danno al regista materia per interrogarsi e per riflettere sulla tradizione e sulla società.
Maria Ruggieri