Mariposa in the Cage of the Night

Manila si è trovata spesso nel ruolo di personaggio centrale in molti film filippini. In Manila in the Claws of Neon (Maynila sa mga Kuko ng Liwanag, 1975) e Macho Dancer (1988) di Lino Brocka è un luogo di promesse mancate, dove uomini e donne ingenui provenienti dalle province vengono risucchiati in un labirinto di inganni e violenza. In Manila by Night (1980) di Ishmael Bernal, invece, Manila è diventata il rifugio degli eterni depressi, dei disperati, dei delusi. Nei film di Brillante Mendoza ambientati a Manila, come Slingshot (Tirador, 2007), The Execution of P (Kinatay, 2009) e Grandmother (Lola, 2009), la città è caratterizzata da un estremo squallore, mentre la dignità e l’umanità sono virtù in mezzo alla corruzione più irrefrenabile. Il modo in cui Manila è stata descritta sul grande schermo deriva dal fatto che la sua apparenza inganna. La città è un predatore che si nutre del bisogno di salvezza e di tregua.

La Manila descritta da Richard Somes ha un’atmosfera simile, ma la differenza sta nel modo in cui la traveste: nessuna baraccopoli iperrealistica con i suoi miserevoli abitanti, Somes si concentra sui vicoli labirintici che ospitano sconosciuti e anime perdute. La trama di Mariposa in the Cage of the Night (Mariposa sa Hawla ng Gabi) non è diversa dai racconti di molti sognatori di provincia che dai loro villaggi di campagna arrivano in città con la prospettiva di una vita migliore descritta sia al cinema che nella vita reale. Ciò che differenza il cupo racconto di Somes dagli altri è il modo in cui egli plasma la sua protagonista, una ragazza del barrio in cerca della sorella scomparsa, in un’antitesi della vittima stereotipata. Maya, interpretata da Erich Gonzalez, una delle pochissime giovani attrici del cinema mainstream in grado di avventurarsi a sperimentare ruoli più complessi, non è tipo da farsi incantare facilmente dal vuoto fascino della città.

Non è lì per sopravvivere, ma per soddisfare la bruciante curiosità e i sospetti sullo strano destino dell’unica sorella. È così che scopre il volto nascosto della città, che sbarca il lunario tra vanità, avidità e orgoglio, nonostante la miserabile mancanza di risorse.  Nonostante l’idea di base sembri a prima vista eccessivamente fantasiosa, Mariposa in the Cage of the Night rimane uno dei film più personali di Somes, e riflette la sua impressione iniziale della grande città. Somes proviene da Bacolod City, in una delle isole a sud della capitale, e si è trasferito a Manila per lavoro. La sua visione della città, per quanto cupa, umida e uggiosa, è disseminata di stranezze che possono anche essere esagerazioni di quello che sta accadendo davvero nel profondo della metropoli, o forse no: salumifici che brulicano di mosche e altri insetti che banchettano su carne fermentata e interiora di maiale sparse un po’ dappertutto. Ristoranti che servono scimmie o altre prelibatezze altrettanto ributtanti. Chirurghi plastici che fanno uso di sigillanti per pneumatici e altri liquidi dubbi e trasformano le donne in mostri, pronte per essere assoldate dagli avventurieri sessuali più intrepidi. Il film di Somes affascina in modo curioso, per le modalità con cui mette in vetrina le depravazioni più vivaci che prosperano nella città. Nel quadro di un mistero sempre più profondo che penetra nella mostruosità di tutto questo, il film delinea la portata e i limiti della nostra umanità, allo stesso modo in cui descrive la sporcizia nascosta e il lerciume della città in cui vive.  Con Mariposa in the Cage of the Night Somes aggiunge un’ulteriore sfaccettatura alla personalità sempre più multiforme di Manila. Brocka ha mostrato l’inganno di Manila. Bernal ne ha evidenziato la disperazione. Mendoza ha sottolineato l’ostinata resistenza della città. Somes ha messo in luce la sua palese follia. Il film offre qualcosa di più di un’avvincente discesa verso l’esotico ignoto, si apre anche a una diversa visione di una città che al cinema è stata relegata troppo spesso alla noia della realtà.   


Francis Joseph Cruz
FEFF: 2013
Regia: Richard V. SOMES
Anno: 2012
Durata: 119'
Stato: The Philippines

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