Maruyama,The Middle Scooler

Acclamato in Giappone come genio della comicità, il regista/attore/sceneggiatore Kudo Kankuro è stato più lento nel trovare riconoscimenti fuori dal suo paese. Il suo marchio di fabbrica, la commedia iperattiva, con dialoghi a raffica e diversi riferimenti alla cultura popolare nazionale, non è una delle cose più semplici da capire per un pubblico straniero, anche se i suoi due film precedenti come regista, Yaji and Kita: The Midnight Pilgrims (Mayonaka no Yaji-san Kita-san, 2005) e Brass Knuckle Boys/The Shonen Merikensack (Shonen Meriken Sakku, 2009) hanno sicuramente degli estimatori all’estero. Il suo terzo film, Maruyama, the Middle Schooler (Chugakusei Maruyama), costruirà certo una base di fan, malgrado tutti i riferimenti a vecchi spettacoli giapponesi sui supereroi e la sua narrazione frenetica e frammentaria.

Innanzitutto, invece di una coppia gay dell’epoca feudale (“Yaji e Kita”) o rockettari pensionati di mezza età (“Brass Knuckle Boys”), il protagonista che dà il nome al film è la figura universale di un ragazzino quattordicenne ossessionato dal sesso. Come tutti gli adolescenti maschi di tutto il mondo che fanno esperimenti erotici, Maruyama Katsuya (Takuma Hiraoka) si flette su se stesso come una ciambella nella semi-privacy della sua stanza (la condivide con una sorella minore rompiscatole e ficcanaso) nel vano tentativo di toccarsi con la lingua il pene.

A differenza della maggior parte degli altri adolescenti, tuttavia, lui si rifiuta di desistere e quando la spina dorsale fa crac (evento segnalato da pupille luminescenti e da un rumore simile a quello di un albero colpito dal fulmine) Maruyama si ritrova nel selvaggio mondo della sua fantasia, che comprende anche la visione di una bellezza in pantaloncini corti che scende una scala nel cielo e lo invita a condividere con lei una pera nel suo letto a castello, ora miracolosamente trasportato su una spiaggia inondata dal sole (con la summenzionata sorella che sta lì disorientata a guardare).

La storia vera e propria inizia quando Maruyama incontra il signor Shimoi (Kusanagi Tsuyoshi), uno strambo padre single che porta in giro il suo bimbo in carrozzina per tutto il danchi (complesso di case popolari) e mette il naso negli affari di tutti, compresi quelli di Maruyama (anche se la sua “conoscenza” delle contorsioni solitarie del ragazzo è più apparente che reale, almeno secondo l’opinione di Maruyama).

Intanto, la mamma di Maruyama, appassionata di soap coreane (Sakai Maki), si invaghisce di un timido elettricista coreano (Yang Ik-June) venuto a casa loro per sistemare il lettore DVD e che assomiglia al divo del DVD che si è bloccato. Fuori di casa, la sorellina di Maruyama segue il vagabondare di un anziano afflitto da demenza senile (Endo Kenji) che si scopre essere un chitarrista rock, con grande sorpresa e piacere di lei.

Le cose prendono una piega più seria quando qua e là per il danchi iniziano a spuntare dei corpi e la notizia viene riportata dal telegiornale locale. Ispirato dalla cosa, Maruyama inizia a disegnare una specie di manga su alcuni supereroi che accorrono in soccorso e lo mostra a Shimoi, ora diventato comprensivo, disegnando il padre ipersalutista (Nakamura Toru) nel ruolo del muscoloso Captain Fruit.

Trattandosi di un film di Kudo, le bizzarre fantasie di Maruyama corrispondono a una bizzarra realtà, anche se a volte è difficile dire dove finisca la realtà e dove inizi la fantasia.

Analogamente, tutti i personaggi, e Maruyama in particolare, sono tipi contemporanei ben riconoscibili oltre che comici personaggi grotteschi. Inoltre, anche se continuano ad essere fantasiosamente sgangherate, nel tipico stile di Kudo, le gag poggiano più su osservazioni relative alla stupidità dei comportamenti umani piuttosto che su riferimenti culturali.
Alla base di tutto c’è l’affetto di Kudo per la sua gente, anche per coloro che suscitano le fantasie più cupe e sanguinose di Maruyama. E il culmine del film, che da una semplice descrizione potrebbe sembrare nauseante e bizzarro, è invece divertente e stimolante.

Il cast, a cominciare da Takuma Hiraoka nel ruolo di Maruyama (durante le riprese aveva la stessa età del suo personaggio), recita compostamente provocando comunque grasse risate invece di esagerare nella mimica secondo lo stile comico commerciale giapponese. Chi mantiene l’espressione più impassibile, e fa ridere più di tutti, è Kusanagi Tsuyoshi nel ruolo di Shimoi.

Questo membro del gruppo pop superstar SMAP dev’essere applaudito non solo per i suoi fendenti comici, ma innanzitutto per aver accettato il ruolo, visto che il film fa palesemente riferimento a Kusanagi che, parecchi anni fa era stato visto a un festino in un parco di Roppongi, completamente nudo e ubriaco. Che lui vinca o meno qualche premio per la sua interpretazione in Maruyama, meriterebbe perlomeno il Premio per la Sportività.
Mark Schilling
FEFF: 2013
Regia: KUDO Kankuro
Anno: 2013
Durata: 120'
Stato: Japan

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