Il piccolo gruppo di guerrieri che combattono eroicamente contro forze schiaccianti è sempre stato un elemento fondamentale della storia e della leggenda, fin dai tempi della battaglia delle Termopili e anche prima (i Neanderthaliani avranno di certo raccontato le loro storie di valorose battaglie contro gli uomini di Cro-Magnon numericamente più forti.)
Considerando che le storie di questo tipo funzionano benissimo da sempre con il pubblico cinematografico del mondo intero, Giappone compreso, è un po’ strano che l'assedio del Castello di Oshi del 1590, nel corso del quale cinquecento difensori tennero a distanza un esercito di 20.000 uomini, abbia ispirato un film solo di recente.
Ma, come mette in chiaro The Floating Castle, il film d’azione in costume di Higuchi Shinji e Inudo Isshin, alla testa dei difensori del castello non c’era John “Alamo” Wayne. Nella loro versione della storia, tratta dal romanzo di Wada Ryo, il signore locale, Nagachika Narita (Nomura Mansai), è un eccentrico spensierato che – in modo che non è per niente da samurai – si interessa ai contadini, con somma gioia loro e totale disprezzo dei suoi seguaci.
Quando il signore della guerra Hideyoshi Toyotomi e suoi generali pianificano la loro campagna contro il clan Hojo, di cui Nagachika è un alleato, si aspettano con sicurezza e disprezzo che il castello di Oshi e il suo stravagante signore si arrendano senza combattere (soprattutto dopo che un alto ufficiale del possedimento di Nagachika glielo conferma personalmente). Ma così non è, e la storia di come lui e i suoi samurai mettano in atto una strenua difesa è raccontata con colpi di scena sorprendenti e divertenti.
Nonostante questo materiale di partenza apparentemente ineccepibile, l’uscita del film – prevista in origine per settembre 2011 – è stata rinviata di quasi un anno dopo il terremoto e lo tsunami che hanno devastato il nord del Giappone l'11 marzo 2011. Il motivo: quando il generale dell'esercito assediante, Mitsunari Ishida (Kamiji Yusuke), scatena le acque di un fiume vicino per inondare i difensori, i muri d'acqua realizzati in computer graphics ricordavano sgradevolmente lo tsunami dell’11 marzo che ha spazzato via intere città: quelle scene di distruzione sono state giudicate troppo sconvolgenti per il pubblico locale, nel periodo immediatamente successivo al disastro. Quando il film alla fine è uscito in sala, nel novembre del 2012, è diventato un successo al botteghino, e ha incassato 2,84 miliardi di yen.
Per quanto spettacolari possano essere gli effetti speciali, sotto la supervisione dell’esperto di computer graphics Higuchi, il dramma umano e la comicità sono probabilmente più interessanti. I difensori del castello, da Nagachika all’impetuosa donna guerriera Chidori (Ashida Mana), a volte possono anche apparire esagerati o ridicoli, ma non sono affatto stereotipati, proprio come gli stratagemmi di Nagachika non appartengono al solito repertorio del signore feudale.
Inoltre, gli aggressori sono tenuti insieme a malapena dall'impetuoso Mitsunari, che è apparentemente sicuro della vittoria, ma in cuor suo paventa un imbarazzo che potrebbe distruggergli la carriera. In realtà gli aggressori finiscono quasi per ammirare alquanto i loro nemici esuberanti e intelligenti e uno di loro li fa divertire in un modo più inconsueto e divertente del solito, anche se non va a finire come si aspettavano. Come avrebbe detto Nagachika, basta che il tuo castello rimanga a galla…