Choi Dong-hoon, regista di Woochi, The Big Swindle e Tazza: The High Rollers, torna alla sua specialità, il thriller poliziesco, con un’opera più ambiziosa delle precedenti sia per la tecnologia usata che per i suoi obiettivi, e lo fa affidandosi a un cast ibrido, composto non soltanto dai suoi soliti e affidabili caratteristi coreani ma anche da divi hongkonghesi. Il risultato è un thriller che si è rivelato il maggiore successo coreano di tutti i tempi, con oltre 13 milioni di biglietti venduti, superando di misura il precedente detentore del titolo, The Host di Bong Joon-ho (2006).
Il successo clamoroso di The Thieves farà felici i finanziatori dei film e gli opinionisti; ma critici e giornalisti sembrano divisi sui motivi di questo grande exploit. Gran parte della discussione mediatica si è concentrata sul cosiddetto “ritorno” di Jeon Ji-hyun, alias Gianna Jun, My Sassy Girl in persona, finalmente alle prese con un ruolo sostanzioso nei panni della ladra acrobata Yenicall, esperta di arrampicata. Tuttavia ha destato qualche perplessità tra i recensori il fatto che il pubblico coreano, notoriamente esigente, abbia abboccato in massa nonostante la narrazione poco curata e i tocchi sentimentali. Altri hanno trovato fastidioso un certo anonimo sapore commerciale che sembra aleggiare per tutto il film.
Sono critiche legittime, che però non sminuiscono il piacere di vedere Choi destreggiarsi abilmente, come un direttore d’orchestra, tra il talentuoso cast corale e la trama complicata. In questo film brillante e scorrevole sono molti gli elementi positivi; la qualità artistica è elevatissima, dalla poliedrica fotografia di Choi Young-hwan (Tazza) e del direttore alle luci Kim Seong-gwan (Bestseller), alla vivace scenografia di Lee Ha-joon ( The Housemaid), al montaggio di Shin Min-kyung (Blind). I dialoghi, come in tutti i film di Choi Dong-hoon, sono briosi e arguti, sia pure se con qualche tratto puerile.
Nel film ci sono più di dieci personaggi principali, ciascuno con un proprio complesso antefatto narrativo, e un bel po’ di essi recita perlopiù in lingue straniere; ma nonostante tutto nessun attore o attrice si perde nella mischia. A Kim Yun-seok, che ha sempre tutto sotto controllo, e a Kim Hye-soo, di una bellezza raggiante, sono affidati i ruoli che costituiscono il nucleo emotivo del film, per cui le due attrici ne escono al meglio. Jeon non è mai stata una cattiva attrice, e anche in questo caso se la cava egregiamente, anche se continuo a non capire perché la maggior parte degli uomini coreani impazzisca per lei. Curiosamente, i personaggi impersonati da Simon Yam e da Angelica Lee sembrano volutamente convenzionali, quasi un voler tornare indietro ai B-movie d’azione ai limiti del camp della Hong Kong degli anni Ottanta; di conseguenza, non sono così memorabili come dovrebbero essere (uno dei pochi errori di Choi è stato costringere Yam a pronunciare le sue battute in un improbabile giapponese… dal momento che interpreta un turista nipponico!). Malgrado la storia giramondo, il film non perde mai l’attenzione degli spettatori e nella seconda metà suscita una discreta suspense quando, inevitabilmente, il piano perfettamente congegnato fallisce e ogni singolo membro del cast deve cavarsela coi propri mezzi, col film che culmina in un’emozionante sequenza d’azione in arrampicata arricchita da sorprendenti acrobazie spaccaossa.
Nonostante la baldoria tecnica summenzionata, The Thieves ha il sapore e l’aspetto di un vecchio telefilm come It Takes a Thief (Operazione ladro) o Mission: Impossible (Missione impossibile), adeguatamente ripulito e aggiornato. Anche in questo caso non c’è niente di male, ma a distanza di anni Thieves potrebbe rivelarsi più un intelligente indicatore dei cambiamenti demografici e di gusto del pubblico cinematografico coreano che il tentativo di creare un thriller poliziesco originale e radicato nella storia e nella cultura coreana come Tazza. Forse sarebbe stato meglio se il personaggio di Macao Park (Kim Yun-seok) fosse stato più losco, o al contrario più nobile, di quanto appaia nel film. The Thieves mi è piaciuto molto, ma alla fine ho sentito la mancanza della cattiveria stranamente simpatica di Agwee o dell’Ufficiale Pyeong (Baek Yun-shik) di Tazza.