Black Coal, Thin Ice

È un giorno qualunque del 1999 in un’anonima città della Cina settentrionale: l’immagine di arti recisi che emergono da cumuli di carbone apre il film e ci introduce subito ed inequivocabilmente in ambito “noir”. Nei tre film da lui diretti fino ad ora, il regista Diao Yinan veicola la sua osservazione della Cina contemporanea attraverso personaggi in uniforme – letteralmente e non. Il suo primo film, intitolato per l’appunto Uniform, raccontava la trasformazione di un giovane che si impossessa dell’uniforme di un poliziotto trovata in lavanderia. Il secondo film, Night Train, aveva come protagonista una guardia carceraria disillusa. Il suo nuovo film, vincitore del Golden Bear al recente festival di Berlino, è un classico del genere poliziesco che riesce a coniugare efficacemente le esigenze stilistiche del film d’autore con elementi di un cinema più commerciale.

Il protagonista è un detective “dannato” come nei classici americani del genere. Zhang Zili – questo il suo nome – è una persona manifestamente infelice e con l’aria perennemente torva; non sappiamo quali siano i demoni che lo perseguitano, lo incontriamo all’inizio del film mentre viene abbandonato dalla moglie, ma non ne capiamo le motivazioni. Viene chiamato a condurre le indagini sul caso del corpo che è stato smembrato e disseminato in diverse fabbriche e località della provincia, ma l’indagine iniziale finisce con un violento scontro a fuoco nel quale Zhang viene ferito gravemente.

Appena dimesso dall’ospedale, l’auto in cui Zhang viaggia assieme ad un collega entra in un tunnel e quando ne esce – con una sequenza di grande efficacia che mostrando la “luce alla fine del tunnel” sembra quasi profetizzare che si troverà la soluzione del caso rimasto fino allora insoluto – la narrativa fa un salto temporale di cinque anni. Siamo nel 2004 e ritroviamo Zhang che, ancora in preda al suo malessere esistenziale, dopo la sospensione dalla polizia è diventato alcolizzato e lavora come addetto alla sicurezza di una fabbrica; ma l’incontro fortuito con un ex-collega – che sta indagando su una nuova serie di omicidi legati alla vedova dell’uomo assassinato cinque anni prima – lo riporta sulle tracce dell’assassino. A questo punto entra in scena la femme fatale, una giovane dal fare misterioso che lavora in una lavanderia – altro riferimento, forse involontario, al film Uniform. Zhang comincia a seguire la donna, che si accorge di essere pedinata ma sembra voler stare al gioco; e gradualmente con lei stabilisce un rapporto ambiguo, che a volte sembra avere il potenziale di una passionale, seppur malinconica, storia d’amore ma finisce sempre per tornare sui binari della manipolazione reciproca.

Il rapporto tra i due è il filo conduttore del film, nonostante la presenza inquietante di un terzo uomo che sarà risolutiva per la soluzione del caso. Lo scoppio improvviso di fuochi d’artificio nel mezzo di un anonimo condominio colora un finale che pur fornendo una soluzione al caso poliziesco lascia insoluto il problema del malessere esistenziale dei protagonisti. Il film è punteggiato da diversi momenti di tono surreale: un cavallo che appare nell’androne di un palazzo, la proprietaria di un locale notturno che cade in una vasca da bagno nel mezzo del locale, i fuochi d’artificio finali che alludono al titolo cinese del film, letteralmente Daylight Fireworks. Come per sottolineare quanto la realtà e le costruzioni della mente siano spesso inseparabili. Ed infatti non ci sono veri eroi o villain nel film, c’è piuttosto la “banalità del male” che alberga nei luoghi più comuni; e la macchina da presa si ferma spesso su particolari senza importanza, come a sottolineare la normalità dell’ambiente circostante.

La storia si svolge in inverno ed è filmata con i colori freddi tipici della stagione; un elemento cruciale è il ghiaccio - sul quale i
personaggi si pedinano ed inseguono in equilibrio precario - che appare la metafora perfetta di una realtà sfuggente e di una verità difficile da conquistare.
Maria Barbieri
FEFF: 2014
Regia: DIAO Yinan
Anno: 2014
Durata: 92'
Stato: China

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