Pee Mak

] Pee Mak è l’ultima versione di una storia di fantasmi che è diventata centrale nella cultura popolare thailandese: sembra che sia stata declinata in oltre cento film, episodi televisivi e altre forme narrative – compresa una versione ibrida in cui il fantasma risulta essere un americano. Nel 1999 l’allora regista emergente Nonzee Nimibutr, con la sceneggiatura del suo compagno di classe Wisit Sasanatieng, ha trasformato questa spettrale storia popolare in un orrore realistico, Nang Nak, che per la prima volta si concentrava sull’amore imperituro della donna fantasma per il suo vedovo. Il film è diventato un grande successo nazionale e ha incassato oltre 3.350.000 Euro al botteghino. Nei quindici anni successivi, la storia di Nak è stata riadattata in una gran varietà di altri formati (due musical, un film di animazione e due lungometraggi, uno dei quali in 3D), ma non tutti sono riusciti a ridestare l’immaginazione del pubblico, fino all’arrivo di Pee Mak. Fin da quando è uscito in sala, nel 2013, Pee Mak è stato su tutti i giornali, passando dal nuovo record di presenze giornaliere al record assoluto di tutti tempi, con un incasso complessivo al botteghino di oltre 12.435.650 Euro. Che cosa ha reso così popolare presso il pubblico thailandese questa leggendaria storia di fantasmi, in cui una giovane madre incinta muore di parto, ma ritorna per vivere con il marito? Sembra che alla base di questo successo ci sia una combinazione di fattori: la scelta di rimettere a fuoco la narrazione, l’introduzione di nuovi personaggi e la coraggiosa decisione di trasformarlo in una commedia.

Il personaggio di Nak è un nome familiare per tutti i thailandesi. Nak, incinta, rimane da sola nella sua casa remota mentre il marito Mak parte per il servizio militare. Nak muore di parto e nemmeno il bambino sopravvive, ma Nak insiste nel voler vivere con Mak dopo la guerra. Esistono innumerevoli versioni della storia, la cui origine è sconosciuta; si ritiene che le vicende di Nak e Mak potrebbero essere avvenute durante il regno del re Rama III, intorno al 1820. Che sia vero o no, oggi a Bangkok esiste un autentico santuario per il fantasma di Mae Nak (nel tempio di Mahabutr, in Sukhumvit 77). Nelle prime versioni della leggenda c’erano pochissimi personaggi: il fantasma Nak, il marito Mak, una levatrice e un monaco che alla fine riesce a domare il fantasma. In Pee Mak si aggiungono quattro commilitoni di Mak, Ter, Puak, Shin e Aey, che offrono un ruolo a tutti e quattro gli interpreti principali dell’episodio diretto da Phisanthanakul diretto da Phisanthanakul dell’horror antologico Phobia 2 (2009).

Prima della versione di Nimibutr, l’interesse principale era costituito dal fantasma che si divertiva a giocare a rimpiattino e dalla rivelazione della morte di Nak. Nimibutr ha proposto un approccio nuovo, ritraendo Nak come una donna amorevole e devota, e citando il vero nome del monaco che ha domato il suo fantasma. Pisanthanakun invece trasforma la storia in un fantasy postmoderno in cui tutto è irreale. Per per affidare la parte del marito all’attore cinese-tedesco-thailandese Mario Maurer, Mak viene fatto diventare il figlio di un missionario americano. È per questo che, quando Mak deve andare in guerra, Nak rimane da sola in una casa lontana. I personaggi hanno tratti fumettistici e Mak, dipinto di solito come un rubacuori, diventa un uomo dai denti neri (una volta i thailandesi avevano spesso i denti anneriti per l’abitudine di masticare noci di areca fresche). L’ambientazione ignora l’accuratezza storica: Shin, uno degli amici di Mak, ha i capelli tagliati alla moicana, mentre Puak indossa gli occhiali per la sua miopia; in molte scene appaiono elementi anacronistici, come le lattine di Coca-Cola; per chiamarsi tra di loro Mak e Nak utilizzano gli appellativi tua (ossia, te) e khao (ossia, me) che appartengono solo al gergo degli adolescenti dei nostri giorni. Siamo nel 1820 o nel duemila?

Nelle mani di Pisanthanakun questi tratti impossibili diventano credibili. Pee Mak sarebbe potuto diventare un film dozzinale se il regista e la sua squadra non lo avessero elaborato meticolosamente con abilità, creatività e coraggio, riuscendo a inserire battute nel dialogo, a bilanciare le interpretazioni dei protagonisti (ora trattenute, ora eccessive) e a creare il ritmo giusto. Allo stesso tempo, non si dimenticano mai di includere nella storia quegli elementi che il pubblico si aspetta di trovare in ogni versione della storia di Nak. Nonostante i numerosi rifacimenti, ci sono dei punti fermi per il pubblico. Gli spettatori thailandesi si aspettano sempre di vedere la scena in cui il fantasma di Nak allunga le braccia in un modo innaturale per prendere un limone, il punto culminante in cui Mak finalmente realizza che sua moglie è morta ed è diventata un fantasma. Dalla versione di Nimitbutr in poi, è sempre presente un’enfasi particolare sull’amore. Mentre però la sua versione era un tributo all’amore della donna, Pee Mak è dedicato all’amore dell’uomo – un ulteriore stravolgimento per questa leggenda horror e per quel mondo dell’esistenza che conclude.
Anchalee Chaiworaporn
FEFF: 2014
Regia: Banjong PISANTHANAKUN
Anno: 2013
Durata: 97'
Stato: Thailand

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