20, Once Again! (aka Miss Granny)

20 Once Again, remake cinese del blockbuster coreano Miss Granny (Far East Film 2014), di quest’ultimo riprende la storia ma non l’atmosfera ed i riferimenti culturali. Il tema del film viene introdotto immediatamente con una sequenza iniziale di grande effetto che mostra la trasformazione di una famiglia da una generazione all’altra senza alcuna soluzione di continuità e ci fa capire che il film parlerà del tempo che passa – o che ritorna. L’azione si ferma poi in un’aula scolastica della Cina del presente, dove un insegnante chiede agli studenti di descrivere i lati negativi della vecchiaia… Ci accorgiamo presto che la domanda fatta agli studenti e l’atteggiamento disincantato ed un po’ cinico dell’insegnante è motivato da una situazione personale: sua madre! Una vedova settantenne, che vive con il figlio e la famiglia di quest’ultimo e che sembra concentrare in sé tutti i cliché negativi della “suocera cinese”. Tra gli altri, quello di viziare il giovane nipote maschio e di trattare la nuora senza alcun rispetto, al punto di provocare a quest’ultima un esaurimento nervoso. Ma una sequenza da “realismo magico” risolve la situazione: l’anziana donna capisce che deve lasciare in pace la famiglia, passa davanti ad uno studio fotografico e, prevedendo di morire a breve, decide di farsi fare una fotografia per la sua tomba.

Inaspettatamente e magicamente si trasforma nella persona che era 50 anni prima, con un look alla Teresa Teng! E qui il film, che inizialmente sembrava avviarsi ad un banale exposé delle contraddizioni normali della “tipica” famiglia cinese, proprio quando diventa chiaramente una favola ed abbandona qualunque pretesa di realismo diventa invece sorprendentemente credibile. Il merito va principalmente alla straordinaria interpretazione di Yang Zishan, una giovane promessa del cinema cinese che dopo il debutto in So Young di Zhao Wei si conferma un’attrice di grande talento. Il rischio di trasformare il personaggio in una caricatura – una donna “incarcerata” in un corpo che non è più il suo – era ovviamente notevole, ma Yang riesce ad infondere una grande umanità a questa donna che ha le fattezze di una ragazza ma la mentalità di una persona anziana. È molto brava ad imitare sia i gesti e gli atteggiamenti irritanti delle donne d’età ma anche i modi diretti di chi non ha più paura di dire quello che pensa perché non ha più “tempo” di preoccuparsi di quello che pensano gli altri. La protagonista della storia con il “tempo” comincia ad affezionarsi alla sua nuova – anzi vecchia – se stessa e non sa più se vuole spezzare la magia e ritornare ad essere la suocera che era. Insomma, il film è una sorta di gioco degli specchi, dal quale tutti i personaggi prima o poi si lasciano coinvolgere.

L’ambientazione e la fotografia del film contribuiscono a creare un’atmosfera favolistica; il film è girato a Tianjin ma i luoghi hanno un aspetto un po’ irreale per poter passare con naturalezza da scene che si svolgono nel presente a situazioni più consone agli anni Sessanta. La luce è dolcemente dorata e la musica e le canzoni – ballate romantiche e folk in cui si esibisce la protagonista che nel film diventa una cantante di successo – sono di stile decisamente retrò e ricordano quelle di Teresa Teng, idolo della protagonista.

Il film, co-prodotto da Cina e Corea, è stato concepito contemporaneamente a Miss Granny, ma è stato girato quando il film coreano era già diventato un successo commerciale. Nonostante i molti riferimenti iconografici alla versione originale – in una scena appare addirittura la fotografia dell’attrice coreana protagonista di Miss Granny – lo spirito ed i riferimenti culturali del film rimangono inequivocabilmente cinesi.
Maria Barbieri
FEFF: 2015
Regia: Leste CHEN
Anno: 2014
Durata: 133'
Stato: China

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