L’eroe popolare cantonese Wong Fei-hung ha ispirato innumerevoli film e serie televisive, ma la serie di film Once Upon a Time in China di Tsui Hark è la più popolare, a livello globale, che sia stata tratta dalla sua figura. I film della serie, iniziata nel 1991, hanno fatto diventare il campione di wushu Jet Li una star del cinema a livello internazionale. Le interpretazioni di Li nei panni di Wong sono indubbiamente le più famose da quando Kwan Tak Hing si è cimentato con questo personaggio in decine di film tra gli anni Quaranta agli anni Sessanta. Negli anni Novanta i film di Kwan sulla figura di Wong Fei-hung erano datati e la serie di Tsui ha rinvigorito la leggenda di Wong con stile energico e solida azione in stile hongkonghese, utilizzando velocità e complesse coreografie per realizzare un cinema di arti marziali audace e moderno.
Un ulteriore elemento che distingue i film della serie Once Upon a Time in China di Tsui Hark dalle precedenti iterazioni (oltre che dal reboot della storia di Wong Fei-hung in Rise of the Legend del 2014) è l’efficace inclusione di nazionalismo e politica nel cinema di arti marziali. Il sequel di Tsui del 1992, Once upon a Time in China II, rappresenta l’esempio perfetto della sua opera, nell’abile intreccio tra storia e temi politici da un lato e sbalorditive sequenze di combattimento, del coreografo Yuen Woo-ping, dall’altro. La trama del film in realtà prefigura l’acclamato Bodyguards and Assassins (2009), in quanto entrambi i film costruiscono una narrazione romanzata intorno al dottor Sun Yat-sen, il rivoluzionario noto come “Padre della Nazione” per il ruolo avuto nella fondazione della Repubblica di Cina.
Durante l’ultimo periodo della dinastia Qing, Wong Fei-hung va a Guangzhou per partecipare a un convegno di medicina, accompagnato dalla sua fiamma Aunt Yee (Rosamund Kwan) e dal discepolo Leung Foon (Max Mok), ma entra in conflitto con la Società del Loto Bianco, una setta fanatica dedicata a espellere gli stranieri dalla Cina. Spinto dalla propria natura virtuosa, Wong si ritrova a proteggere espatriati inglesi e cinesi del posto, combattendo tanto la Società del Loto Bianco quanto le autorità Qing, che sono capeggiate dal comandante Lan (Donnie Yen), talmente ossessionato dalla cattura di Sun Yat-sen (Zhang Tie-lin) da lasciarsi andare a pratiche scorrette. Il film è infarcito di elementi commerciali come humour e romanticismo, mitigati però da Tsui con i temi del nazionalismo e dell’umanesimo.
La guerra di Wong Fei-hung contro nemici corrotti e razzisti genera un’esaltante narrazione della lotta tra il bene e il male. Arricchiscono la storia vari dettagli sulla cultura occidentale in opposizione alla cultura orientale, efficacemente presentati in un montaggio che alterna immagini della vita cinese in evoluzione a scontri tra le autorità e la Società del Loto Bianco. Il divario tra Est e Ovest si esprime anche nell’utilizzo che fa Wong della medicina orientale, che lascia scettici gli inglesi ma alla fine li conquista, quando Wong usa l’agopuntura per curare coloro che sono stati feriti dalla Società del Loto Bianco. Questi temi del dualismo Est-Ovest, tradizione-modernità, religione-umanesimo non rappresentano l’interesse primario del film, eppure gli conferiscono profondità.
Once Upon a Time in China II può essere letto come un punto di vista ambivalente sullo status indefinito di Hong Kong nei primi anni Novanta, quando cioè era un territorio strattonato in un tiro alla fune politico e culturale tra Oriente e Occidente. Mentre la presenza di tutti questi elementi innalza la pellicola al di sopra dello status di semplice film di kung fu, i combattimenti in sé sono di altissimo livello. Yuen Woo-ping conferisce all’azione un impatto dinamico e una grazia da balletto, ed è da notare il contrasto di stili di combattimento tra Jet Li e la futura superstar Donnie Yen. I movimenti di Yen sono appariscenti, mentre Li combatte in un modo rapido e funzionale che, proprio come lo stesso personaggio di Wong Fei-hung, è decisamente retto e fermo. Mentre Tsui Hark ha conferito uno spessore tematico alla leggenda di Wong Fei-hung, Jet Li ha fornito tutto l’eroismo e l’umanità necessari per collocare i film della serie Once Upon a Time in China nel posto che meritano tra i grandi classici del cinema di Hong Kong.