The Taking of Tiger Mountain

The Taking of Tiger Mountain è tratto da un’opera patriottica e da un romanzo ambientati in Cina nel 1946 e racconta le gesta di una piccola truppa dell’Esercito Popolare di Liberazione (EPL) durante la guerra civile cinese. La squadra, guidata dal Capitano 203 (Lin Gengxin), entra in conflitto con una gang di banditi che sta lavorando con i veri nemici dell’EPL, l’esercito nazionalista del Kuomintang (KMT). A capo della banda c’è il cattivo Lord Hawk (Tony Leung Ka-fai sotto tonnellate di trucco), dai capelli a spazzola. La base dei banditi si trova in una fortezza nelle Montagne della Tigre che apparteneva all’esercito giapponese. Nel frattempo, la truppa dell’EPL resiste nel piccolo villaggio di Leather Creek, sorvegliando gli abitanti e organizzando l’azione successiva. Liberare la fortezza, fermare i banditi, sconfiggere il KMT e proteggere il villaggio – il Capitano 203 e gli altri hanno il loro bel daffare. 
 
Fortunatamente il Capitano 203 può avvalersi dell’aiuto dell’abile esploratore dell’EPL Yang Zhirong (Zhang Hanyu), che si offre come volontario per infiltrarsi nella banda di Lord Hawk e organizzare un assalto alla fortezza. In realtà in gioco c’è molto più della difesa del villaggio – il KMT e Lord Hawk possiedono o sono sulle tracce di un certo numero di mappe che indicano tesori nascosti e addirittura 10.000 catty d’oro – ma questi oggetti sono perlopiù un pretesto per innestare la storia della lotta in stile Davide contro Golia di una piccola forza militare che ne sconfigge una molto più grande. Pur essendo basato su un’opera patriottica, Tiger Mountain è essenzialmente un film apolitico, che sceglie di raccontare una storia travolgente di azione e avventura opponendo dei bravi ragazzi a dei malvagi criminali. Anche la sequenza che incornicia il film, ambientata nel 2015, nella quale un uomo cinese (Han Geng) da New York se ne torna in Cina, riguarda più la famiglia che l’orgoglio di appartenere all’EPL. 
 
Più che parlare di politica, il film racconta piccole storie umane e una bella vicenda di spionaggio. Sul fronte umano, c’è una sottotrama che coinvolge Knotti (Su Yiming), un bambino che ha perso i genitori e che viene raccolto dall’EPL. Intanto, Yang si dirige verso la fortezza della montagna e inganna in modo divertente i banditi, convincendoli di non essere una spia dell’EPL. Più volte, Yang si rigira come vuole gli sgherri di Lord Hawk, con il suo modo di fare sicuro e le menzogne più sfacciate, e Tsui Hark spreme da ogni scena un umorismo e una tensione deliziosi. Il tutto è ancora più divertente perché i criminali hanno tutti i tipici tratti del “cattivo” (cicatrici, baffi, capelli arruffati), tanto che basta vederli per sogghignare. Per i tocchi commerciali, il rifiuto della politica e il tono travolgente, Tiger Mountain si avvicina più a un action-fantasy che a un film di guerra. L’azione è comunque di prima qualità, con elaboratissimi allestimenti e scontri a fuoco, come durante la difesa di Leather Creek nell’ultima parte. 
 
Le interpretazioni degli attori sono coinvolgenti, dal carismatico Zhang Hanyu nei panni dell’eroe dell’ELP, all’imperscrutabile Tony Leung che è un cattivo da rivista pulp, fino alla sensuale performance di Yu Nan nei panni della misteriosa pupa di Lord Hawk. Lin Genxin impersona con grande efficacia il virtuoso capitano, mentre i costumi e le caratterizzazioni dei personaggi sono utilizzati per differenziare il composito cast di eroi e di criminali. Tiger Mountain si fa notare anche per l’uso esemplare della tecnologia 3D. Al di là dei momenti più spettacolari (per esempio quando ci sono coltelli e granate lanciati verso il pubblico), Tsui utilizza il 3D per dare l’impressione di una maggiore immersione dentro il film e creare così maggiore suspense. Tsui Hark ha sempre armeggiato con le nuove tecnologie (ha utilizzato splendidamente gli effetti visivi in Zu: Warriors from the Magic Mountain nel 1983) – e in questo film mescola piacevolmente i suoi nuovi giocattoli con i suoi vecchi trucchi, in un calderone di delizie da cinema popolare tutto da godere. A volte Tsui Hark è chiamato “Il Maestro”, e The Taking of Tiger Mountain spiega bene il perché.
Ross Chen (www.lovehkfilm.com)
FEFF: 2015
Regia: TSUI Hark
Anno: 2014
Durata: 142'
Stato: China & Hong Kong

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