Il film
L’invasione degli astromostri (Kaiju Daisenso) di Honda Ishiro, era un’altra puntata della serie dedicata a Godzilla, ma stavolta la storia era un bizzarro e divertente mix tra il genere
kaiju e la fantascienza, con Godzilla relegato a un ruolo secondario insieme ai suoi colleghi mostri Rodan e King Ghidorah.
L’attore cinematografico e televisivo americano Nick Adams interpreta Glenn, un astronauta mandato a esplorare il misterioso Pianeta X insieme all’intrepido collega giapponese Fuji (Takarada Akira). È là che i due incontrano gli Xiliani, umanoidi alieni comandati dall’impassibile, anche se apparentemente benintenzionato Controllore (Tsuchiya Yoshio). Da loro gli astronauti scoprono di aver bisogno di aiuto sulla Terra per sconfiggere King Ghidorah, che ha devastato il Pianeta X obbligandoli a vivere sotto terra.
Il Controllore propone il seguente accordo: una cura per il cancro in cambio di Godzilla e del mostro alato Rodan, con la cui presenza gli Xiliani sperano di tenere a bada Ghidorah.
Una volta concluso l’accordo, gli Xiliani tirano fuori i mostri dalle loro tane e li trasportano sul Pianeta X con loro dischi volanti, accompagnati da Glenn, Fuji e uno scienziato più anziano (Sakurai Jun).
Là Glenn e Fuji incontrano due donne aliene che potrebbero essere le gemelle di Namikawa (Mizuno Kumi), un’equivoca imprenditrice che ha fatto la carina con Glenn ma ha anche ingannato un inventore sfigato (Kubo Akira) innamorato della sorella di Fuji (Sawai Keiko).
Intanto, Godzilla e Rodan fanno il loro dovere di mostri scontrandosi con Ghidorah e sottomettendolo.
Ed è a questo punto che si scopre il doppio gioco: gli Xiliani dichiarano ai loro sbalorditi benefattori di avere l’intenzione di colonizzare la Terra e ridurre i terrestri in schiavitù. Come riuscirà la tecnologia umana, da sola, a difendersi dalle armi degli Xiliani, a cominciare da tre mostri controllati dagli alieni?
Ormai, dieci anni dopo l’originale Godzilla (Gojira, 1954), minacciosamente serio, la serie si era ridotta a puro intrattenimento per famiglie, con Godzilla e gli altri mostri che a volte si comportavano più come sciocchi personaggi da cartone animato per il divertimento dei ragazzini che popolavano la sala.
In una scena, ad esempio, un Godzilla trionfante fa un balzo e, a mezz’aria, assume una bizzarra posa copiata dal famoso personaggio manga Osomatsukun.
Il film ha anche momenti memorabili per gli adulti, compreso quello di Mizuno Kumi nel ruolo di una spia del Pianeta X che si innamora di un biondissimo astronauta terrestre.
Al pari di altri film di fantascienza della Toho da lei interpretati, l’impatto di Mizuno è peculiare e sexy, persino quando veste i panni di un’aliena dallo sguardo vitreo e, in particolare, quando ha con Adams un interludio romantico, un genere di contatto alieno che la maggior parte delle attrici giapponese dell’epoca evitavano accuratamente.
È interessante anche vedere Nick Adams, che negli Stati Uniti aveva avuto un enorme successo televisivo con il suo ruolo nella serie Western The Rebel (1959-1961), dare il meglio di sé in un film di mostri giapponese, dopo aver dichiarato pubblicamente che non avrebbe mai lavorato fuori dal suo Paese. E, anche se le sue frasi sono doppiate, la sua interpretazione è tutt’altro che meccanica.