Keeper of Darkness

Il secondo film diretto da Nick Cheung, Keeper of Darkness, risulta molto più spensierato e divertente della sua opera prima Hungry Ghost Ritual (2014). Cheung ne è anche il protagonista nei panni di Wong Wing-Fatt, un esorcista dai capelli bianchi che per guadagnarsi da vivere si occupa di fantasmi e di persone possedute. 
 
Quando il video di uno dei suoi esorcismi diventa virale, la giornalista Fong Zi-ling (Sisley Choi) avvicina Fatt, che però la allontana subito perché non vuole pubblicità. Tuttavia, Ling finisce per farsi coinvolgere dai propri pasticci soprannaturali – come quando si scontra con Cherr (Amber Kuo), lo spiritello da compagnia di Fatt, che alla fine permette a Fatt e Ling di entrare in contatto. 
 
Nel frattempo vengono uccisi alcuni esperti del soprannaturale e tutti gli indizi portano a uno spirito alto e furioso di nome Hark (Shi Yanneng). Quando Hark minaccia di fare del male agli amici di Fatt, questi cerca di aiutare lo spirito a risolvere i problemi che stanno alla base della sua rabbia e che sono legati alla sua morte prematura, avvenuta molti anni prima.

Per essere un thriller-horror, stranamente Keeper of Darkness offre poca suspense. Tuttavia, il film compensa con il suo umorismo squilibrato e il simpatico lavoro sui personaggi. Malgrado la sua lugubre professione, Fatt ha degli aspetti più leggeri, che si manifestano nelle sue battute impassibili e nelle sue reazioni sconcertate, e Nick Cheung minimizza il tutto in modo divertente. 
 
Fatt è uno che sa mantenere la calma, agisce con rapidità e cautela quando fa qualcosa di strano, come gettare dei polli in una stanza o sconvolgere la gente con dei cavi elettrici. L’ironia del film è sorprendente; Fatt reagisce in modo divertente a fantasmi che nessun altro può vedere, e accanto alle bricconate degli spettri ci sono frecciatine riferite a questioni locali di Hong Kong. 
 
Alcuni spaventi sono fatti apposta per far ridere, per esempio quando Cherr terrorizza Ling in casa di Fatt, e il tono di queste sequenze è più vicino alle commedie horror degli anni Ottanta come Haunted Cop Shop (1988) che alle emozioni elettrizzanti di The Eye (2002).

In buona sostanza è Fatt, con le sue relazioni, a dominare la storia e le emozioni del film. Ha molto peso la mamma di Fatt (Karena Lam in un lungo cameo), che è morta quando lui era giovane ma tormenta ancora i suoi ricordi. Anche se il film culmina con un faccia a faccia tra Hark e Fatt, si trascina per un po’ con un paio di lunghi montaggi di inquadrature che risolvono la storia d’amore di Fatt. 
 
Queste e altre divagazioni narrative conferiscono al film una certa incoerenza, anche se è chiaro che a Nick Cheung piacciono i suoi momenti stravaganti ed emozionanti. Il tono eccentrico riguarda anche la scenografia e lo sviluppo dei personaggi: i fantasmi sono versioni abbruttite e perfezionate dalla computer grafica di demoni cinesi che ricordano quelli dei film di fantasmi degli anni Ottanta, e anche il loro comportamento comico ricorda lo stesso periodo. 
 
La fotografia è carina ma rozza e il film utilizza una tavolozza di colori desaturati che varia a seconda della situazione. Il risultato è opportunamente elegante e barocco, e contribuisce a nascondere alcuni dei set e degli effetti realizzati più al risparmio.

Con Keeper of Darkness Nick Cheung sembra ripensare in chiave moderna i vecchi film di fantasmi di Hong Kong, con la loro comicità bizzarra e i loro mutamenti di tono. A differenza di Hungry Ghost Ritual, che era fatto bene ma era privo di personalità, in Keeper of Darkness si sente davvero la presenza di Nick Cheung, non soltanto come attore protagonista. 
 
La personalità di Cheung, che traspare dalle piacevolissime apparizioni dell’attore, è evidente nell’ironia sorniona del film, e Cheung si ritaglia una parte che si accorda perfettamente con la sua indole sommessa ma intelligente. L’esorcista Wong Wing-fatt è un personaggio divertente, incarnato da uno dei migliori e più noti artisti di Hong Kong, e si trova al centro di un film pieno di emozioni nel più puro stile hongkonghese. 
 
Lo strano mix che ne risulta potrebbe anche non piacere a tutti, ma è unico e sorprendente e costituisce un grande passo avanti per Nick Cheung come regista.

Ross Chen (www.lovehkfilm.com)
FEFF: 2016
Regia: Nick CHEUNG
Anno: 2015
Durata: 103'
Stato: Hong Kong

Photogallery