La carriera cinematografica di Wisit Sasanatieng ha registrato una battuta d’arresto dopo il flop del suo quarto lungometraggio,
The Red Eagle (2010), un remake dell’ultimo film del “James Dean thailandese” Mitr Chaibancha,
The Golden Eagle (
Insee Thong, 1970). Aveva ricevuto offerte di finanziamenti internazionali per lo sviluppo del dramma di arti marziali Suriya, la vita di un pugile in Thailandia, ma non se n’è fatto nulla.
Ora, dopo cinque anni di assenza, Wisit Sasanatieng è tornato inaspettatamente a fare cinema con una nuova società di produzione e un nuovo stile horror, innovativo e inquietante, per il suo quinto film, Senior (Run-phee, 2015). Senior, tratto dal primo romanzo dello stesso Sasanatieng, presenta due personaggi, diversi per sesso e stato di mortalità: una giovane liceale orfana, Mon, che ha la capacità di fiutare i fantasmi, e uno spettro di nome Senior, che può essere visto solo da chi è in procinto di morire.
Il fantasma vuole che la ragazza lo aiuti a indagare sugli eventi avvenuti in passato nella sua antica scuola, ora trasformata in convento. All’inizio la ragazza si rifiuta di aiutarlo, ma dopo alcuni strani incidenti accetta. Omicidio, tradimento e morte hanno infestato quel posto per oltre mezzo secolo, coinvolgendo una principessa, una segretaria, un giardiniere, un’infermiera e un ragazzo misterioso.
Il piacevolissimo quinto lungometraggio di Sasanatieng è pieno di sorprese, colpi di scena e battute. Invece di uno o due fantasmi, ce n’è uno squadrone intero – anche se ripropongono la solita vecchia sete di giustizia e di vendetta di molti altri film horror thailandesi, in aperto contrasto con le orde di zombie tipicamente americane, che di solito sono il prodotto di errori scientifici o bellici.
I fantasmi appaiono ovunque, in una stanza, in una biblioteca, in un’abitazione, e così via. Emergono numerosi tipi di spettri, non solo quelli tradizionali: c’è un muro fantasma e persino dei popcorn fantasma! Gli spettri non sono più percettibili per le persone in termini di visibilità o di invisibilità, ma attraverso starnuti e odori.
Ma non è tutto: i fantasmi combattono anche tra loro, non a colpi di muscoli ma grazie ai loro superpoteri. A differenza di altri film, però, il loro potere è limitato dai confini e dagli spazi del loro vecchio mondo. In realtà, i fantasmi non sono più minacciosi delle persone; anzi, gli esseri umani possono essere anche peggio degli spettri.
La storia è intessuta di numerosi misteri e colpi di scena. Come Andy Warhol, Sasanatieng mostra la sua abilità nel miscelare cultura alta e cultura bassa, coniugando aspetti dell’immaginario occidentale con quello thailandese, location all’italiana, aule francesi e fiabe tedesche come Hänsel e Gretel.
I fantasmi però sono nel più autentico stile thai: morti che ritornano chiedendo giustizia. Nonostante i troppi colpi di scena e alcuni dettagli eccessivamente lunghi, il film dimostra che Sasanatieng è un maestro nel plasmare il cinema artistico popolare.
L’eccesso di colpi di scena può essere perdonato per la dolce storia d’amore tra i due protagonisti, Mon e Senior. In effetti, per chi scrive, Senior è il miglior film thailandese dell’anno.